Viene considerata uno dei mali del secolo. Stiamo parlando dell'ansia, ovvero una complessa combinazione di emozioni (paura, preoccupazione, apprensione) che si traducono in una serie di sintomi fisici, tra cui dispnea, tremori, tachicardia e dolori al petto. Statistiche alla mano, interessa sei milioni di italiani, per la precisione il 35% degli adulti di età compresa fra i 25 e i 60 anni.
Le manifestazioni somatiche sono l'espressione di un'iperattività del sistema nervoso centrale e quindi di quella particolare reazione messa in atto dal sistema nervoso simpatico nota come "attacco e fuga". La problematica può esistere come disturbo cerebrale primario oppure può essere associata ad altre patologie, si pensi ad esempio alla depressione o alla schizofrenia.
Convivere con l'ansia non è semplice, spesso essa intralcia le normali attività quotidiane. Un valido aiuto per mitigarla giunge dallo sport. Secondo gli scienziati dell'Università di Göteborg l'attività fisica moderata o intensa allevia la sintomatologia. Ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo.
I fattori di rischio dell'ansia
Prima di parlare dei fattori di rischio dell'ansia è bene distinguere il disturbo fisiologico da quello patologico. Con il primo si indica uno stato di tensione psicologica e fisica che permette un'attivazione generale di tutte le risorse di un individuo, in modo da consentire la messa in atto di comportamenti indispensabili per l'adattamento. Il secondo, al contrario, determina una limitazione delle capacità adattive del soggetto e può essere vago o rivolto verso specifici oggetti e/o eventi.
I fattori di rischio possono essere ereditari, biologici e inconsci. Secondo studi genetici, in circa il 50% dei casi le persone ansiose hanno almeno un familiare affetto da una patologia analoga. Altre ricerche hanno invece focalizzato l'attenzione sulla connessione tra la problematica e un'alterazione della quantità di neurotrasmettitori, ad esempio un'eccessiva produzione di noradrenalina o una ridotta secrezione di GABA e di serotonina.
Per Sigmund Freud, invece, l'ansia deriverebbe da un conflitto inconscio radicato nell'infanzia oppure sviluppatosi durante la vita adulta. Esso verrebbe "allontanato" dalla coscienza mediante meccanismi di difesa e di conseguenza relegato nell'area inconscia.
I sintomi dell'ansia
La sintomatologia dell'ansia è variegata e si distingue in manifestazioni psicologiche, generali e neurovegetative. L'intensità delle stesse varia da individuo a individuo.
- Sintomi psicologici: irritabilità, ruminazione, difficoltà di concentrazione, problematiche del sonno, disturbi della memoria, derealizzazione, depersonalizzazione;
- Sintomi generali: apprensione, ipervigilanza, tensione, evitamento, inquietudine, senso di pericolo imminente, paura di morire, di perdere il controllo o di impazzire;
- Sintomi neurovegetativi: tachicardia, dispnea, sudorazione abbondante, parestesie, vertigini, nodo in gola, diarrea, tremori, tensione muscolare, vampate di calore o di freddo, sensazione di soffocamento e di svenimento.
L'ansia e il caldo
In estate, sopratutto durante le giornate particolarmente afose, i soggetti ansiosi assistono ad un peggioramento della loro tensione emotiva e di tutte le manifestazioni fisiche ad essa correlate. Ma è davvero così o si tratta di semplice suggestione? Purtroppo le temperature elevate scatenano una effettiva sintomatologia che altro non è se non una forma di adattamento alla condizione ambientale stessa. Questi sintomi, poiché percepiti come pericolosi, vengono enormemente amplificati dallo stato d'animo.
Ad esempio l'aria umida può provocare la sensazione di respirare male.
L'abbassamento della pressione sanguigna, invece, può tradursi in capogiri e sensazione di svenimento. Cosa fare, dunque, per affrontare questa situazione? Oltre a rispettare le consuete regole anti caldo, a chi soffre d'ansia è consigliato:- Essere indulgenti con sé stessi;
- Praticare attività fisica (ad esempio una passeggiata) durante le ore più fresche;
- Se possibile trascorrere del tempo in montagna a contatto con la natura;
- Non isolarsi;
- Sorseggiare tisane fredde rilassanti;
- Applicare tecniche di rilassamento;
- Chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta se il problema diventa ingestibile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.