Un recente studio condotto da un team di ricercatori spagnoli ha portato alla scoperta di un nuovo importante tassello nella comprensione del processo di invecchiamento dell'essere umano. A quanto pare un ruolo chiave sarebbe ricoperto da un particolare enzima, capace addirittura di ridurre la durata della vita.
Gli effetti dell'enzima mTOR
L'enzima mTOR è una proteina chinasi che si occupa di regolare la crescita, la proliferazione, la motilità e la sopravvivenza delle cellule. Si tratta dunque di un elemento importante nel nostro organismo. Uno studio condotto dal Centro Nacional de Investigaciones Oncológicas (Cnio) di Madrid ha dimostrato fino a che punto questo enzima influisca su di noi, arrivando a incidere sul processo di invecchiamento. Secondo questa nuova ricerca, pubblicata su Nature Aging, quando viene ad aumentare l'attività di mTOR, il processo di invecchiamento accelera, tanto che la vita può ridursi di un 20%, che equivarrebbe a circa 16 anni. Ma perché questo accade?
Spesso le patologie correlate all'invecchiamento si manifestano con maggior frequenza in coloro che hanno un elevato indice di massa corporea. Non solo. Si è osservato che, al contrario, una restrizione calorica favorisce un invecchiamento sano, dal momento che alcuni geni vengono attivati da questa limitazione, andando così a interagire con mTOR. Lo studio spagnolo ha individuato le ragioni per cui questo accade. L'azione di mTOR viene regolata in base alla quantità di nutrienti disponibili nella cellula. Quando le cellule hanno più nutrienti di quanto necessitano, ecco che entra in scena mTOR. Per arrivare a questo risultato, gli scienziati hanno usato in laboratorio una proteina che ha lanciato questo segnale errato a mTOR, ingannando l'enzima. Inviando un segnale chimico che segnalava a mTOR che nella cellula c'erano più nutrienti del dovuto, il processo di invecchiamento negli animali usati nell'esperimento si è accelerato.
Come invecchia la cellula
Gli scienziati hanno osservato come, a seguito del messaggio ingannevole, mTOR abbia portato le cellule a invecchiare. Si sono infatti manifestati i classici sintomi che caratterizzano questa fase della vita, come assottigliamento della pelle, danni ad organi come fegato, pancreas e reni, e deficit del sistema immunitario. Il processo è andato avanti, arrivando addirittura a uno stato di infiammazione che ha causato ulteriori problemi. Il tutto si è tradotto in un accorciamento della vita di circa il 20% che, in termini umani, si traduce in circa 16 anni.
Fra i vari effetti, i ricercatori hanno notato anche una riduzione dell'attività dei lisosomi, degli organelli usati dalla cellula per eliminare le sue sostanze di scarto. Per gli scienziati si tratta di un passaggio assolutamente normale, in quanto in presenza di un eccesso di sostanze nutritive è logico per la cellula fermare l'attività di riciclaggio dei lisosomi, poiché questa viene avviata quando non ci sono nutrienti.
Secondo Alejo
Efeyan, ricercatore a capo dello studio, analizzare la relazione tra l'aumento dei nutrienti e l'invecchiamento di diversi organi potrebbe portare, in futuro, a interventi mirati a rallentare questo processo di declino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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