Roma - Le elezioni sono una ipotesi ancora in campo, perchè se non si riuscisse ad allargare la maggioranza, "l’unica strada sarebbe il voto anticipato". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la registrazione di Matrix. Ad Alessio Vinci che gli chiedeva se le elezioni ormai fossero impossibili, il premier ha risposto: "Non è proprio così. Riteniamo di poter allargare la maggioranza uscita dal voto di fiducia, ma ove non riuscissimo in questa nostra volontà e iniziativa, non ci sarebbe che da ritornare al popolo sovrano con elezioni anticipate che certamente non farebbero bene al Paese, con una campagna elettorale combattuta e un governo meno capace di governare, in un momento di crisi dal quale non siamo ancora usciti. Spero che potremo andare avanti per due anni e mezzo, ampliando numeri, altrimenti l’unica strada è il voto", ha concluso Berlusconi sul punto. Poi: "Tutte le persone di buonsenso e certamente il presidente Napolitano non possono che augurarsi che non ci sia una crisi della maggioranza di governo, soprattutto in un momento come questo".
"Da Fini parole incredibili" "Certamente queste dichiarazioni hanno dell’incredibile", visto che il 14 dicembre scorso Futuro e Libertà ha votato "una mozione di sfiducia nei miei confronti", così il Cavaliere ha commentato le ultime dichiarazioni di Gianfranco Fini secondo il quale ci sono "le condizioni perchè la legislatura continui".
"Fli? Molti finiani si sono pentiti" Come va l’operazione allargamento? "Penso che ci siano molti moderati che si siano accorti di aver sbagliato" soprattutto in Fli. Il premier ha ribadito che "molti che stanno con il nuovo partito, il Fli, hanno seguito Fini in questa avventura convinti di salire su un convoglio a guida Fini per fare la terza gamba del governo e invece si sono definitivamente accorti di essere su un convoglio a guida Bocchino e Granata con destinazione opposizione". "Ho parlato direttamente con alcuni, ritengono - ha aggiunto -di aver pagato il loro debito di riconoscenza con Fini che li ha messi in lista ma dopo questa prova di lealtà, pensano di non poter tradire la lealtà verso il centrodestra e gli elettori"
"Chi è passato con noi non avrà posti" I parlamentari che sono passati con la maggioranza, non avranno posti nel governo nel caso in cui si dovesse formare un nuovo esecutivo, ha proseguito il premier. "Non ci sarà questa eventualità", ha detto Berlusconi ribadendo che "non c’è stato alcun calcio mercato: "Il calcio mercato lo escludo - ha aggiunto - nè compravendita nè è stato promesso a qualcuno una posizione di governo. Non l’abbiamo fatto per principio nè l’abbiamo dovuto fare perchè chi ha preso una decisione lo ha fatto per un profondo convincimento". Per Berlusconi "è assurdo che quelli che dal centrodestra sono passati alla sinsitra hanno motivi eticamente validi, mentre le persone che hanno deciso di sostenere i moderati sono persone vili".
La proposta di Casini "Prendo atto dell’offerta di Casini, con cui non ho mai avuto una discussione di cattivo gusto e da lui non sono mai arrivate parole volgari nei miei confronti", ha commentato così il Cavaliere le parole di oggi del leader Udc. Il premier, tuttavia, ha aggiunto subito dopo: "dico, con una punta di malizia, che credo che molti leader temano di vedersi ridurre le file dei loro parlamentari perchè temono che i moderati vengano nella maggioranza", del resto "è già successo, ad esempio nell’Udc".
Legittimo impedimento "Alla decenza credo ci debba essere finalmente un limite". Così il premier ha risposto al conduttore che gli chiedeva se avesse "poche speranze che la Consulta possa approvare il legittimo impedimento". Se lo bocciassero "continuerò a governare, ma mi difenderò" in aula, in Tv e sui giornali, ha concluso Berlusconi.
Entro il 2013 deficit sotto il 3 per cento "Dobbiamo mantenere i conti pubblici nel rigore e rientrare entro il 2013 del deficit sotto il 3%, perchè anche le agenzie di rating ci confermano la tripla A a patto che rispettiamo questa condizione e che si mantenga stabile il governo", ha proseguito Silvio Berlusconi.
Caso Calipari "Nessuna pressione" da parte del governo italiano per non indagare il soldato americano che sparò a Calipari, ha ribadito il premier tornando sulle rivelazioni di Wikileaks. "Palazzo Chigi ha smentito in maniera assoluta quell’affermazione e oggi pomeriggio è arrivata anche la conferma della Procura che dice che il soldato americano che ha sparato a Calipari è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario. Non c’è stata nessuna pressione, chi ha scritto quella nota ha confuso le loro richieste con il nostro operato", ha concluso Berlusconi.
Il nuovo nome del Pdl "È vero, l’acronimo Pdl non emoziona, non commuove, non rende. Ed è possibile che possiamo cambiare il nome, ma non possiamo tornare a Forza Italia perchè è alle nostre spalle. Restiamo tutti insieme come adesso nel Pdl, quindi andiamo avanti".
Poi il premier si sbilancia: "Io ce l’ho già in mente il nuovo nome, ma non dirò niente, prima lo devo depositare. Sarà un nome cortissimo, forse formato da una sola parola". Potrebbe essere Silvio? lo provoca ancora l’ancorman. "Magari, ma più che altro dovrebbe essere forza Silvio"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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