Berlusconi trascina Renata: «Siamo forti e vinceremo»

Due maxischermi per il collegamento con le piazze delle altre città del Lazio, posizionati su un grande palco, bianco e rosso, i colori scelti per la campagna elettorale di Renata Polverini. Si presenta così il Salone delle Tre Fontane dell’Eur in occasione della chiusura della campagna elettorale di Renata Polverini, candidata del centrodestra alle regionali del Lazio. Una serata di speranza ed entusiasmo, nella quale è come al solito Silvio Berlusconi a galvanizzare i militanti del Pdl. «Durante la campagna elettorale per le regionali nel Lazio - dice il premier - è accaduta una cosa gravissima per la democrazia: ci hanno tolto il diritto a votare la nostra forza politica. Ma noi siamo forti e vinceremo lo stesso». Poi un’altra sferzata alla sinistra: «Se invece della lista del Pdl fosse stata esclusa dalla competizione elettorale una lista del centrosinistra, noi avremmo fatto con loro una battaglia per la riammissione». Una vicenda, questa, che al di là di tutto per Berlusconi «dimostra che la sinistra italiana è lontanissima dall’essere una sinistra democratica», che utilizza «metodi sovietici», che ha la «pretesa di vincere una battaglia scendendo in campo da sola». Con la complicità dei magistrati: «Il Tar ha fatto prevalere la burocrazia sul diritto di voto di centinaia di migliaia di persone». A dimostrazione, secondo il premier, dell’esistenza di un «partito di magistrati che usa la giustizia per fini politici». Poi una dura condanna per i cinque anni di amministrazione del centrosinistra che si stanno concludendo: «La sinistra si deve vergognare per come ha governato in questi anni - ha detto il premier riferendosi al Lazio ma non solo -. La distanza è tale che se ci fosse stato un vero confronto la sinistra sarebbe uscita con le ossa rotte».
Berlusconi non lancia solo strali contro l’avversario politico. Con il suo solito stile scherzoso prima di prendere la parola invoca «lo ius primae noctis sulle nostre candidate. È scritto nello statuto del Pdl». «Ma qui stiamo parlando della Lista Polverini», replica tra il divertito e l’imbarazzato la candidata alla Pisana. «Si vede - risponde il premier - che Paolo Bonaiuti lo ha cancellato all’ultimo». Non è questo l’unico momento di buonumore della serata. Prima del presidente del consiglio a intrattenere il pubblico ci hanno pensato alcuni comici, tra i quali l’attore Pino Insegno.
Ma naturalmente la vera protagonista della serata all’Eur è lei, Renata Polverini, giacca fucsia e ancora tanta energia da trasmettere, malgrado la massacrante campagna elettorale nel corso del quale ha calcolato di aver coperto 30mila chilometri. Si vede da come ha ancora voglia di seguire il tempo della musica sparata dagli altoparlanti. «Siete tantissimi», esulta Renata prendendo la parola. Poi, rispondendo alle domande del direttore del Tempo Mario Sechi, ne ha per tutti, di bastone e di carota: per Pierluigi Bersani che ha parlato di vento cambiato («Il vento soffia dalla nostra parte, lo sento. C’è voglia di cambiare e nel Lazio questo lo posso rappresentare io e la coalizione»); per la mamma («Se sono qui e se sono così è grazie a lei. Stasera la voglio ringraziare. La mamma è la mamma...»); per il riconoscimento delle coppie di fatto («Per me il matrimonio è tra un uomo e una donna»); per il centrosinistra («Stanno tenendo insieme una coalizione che insieme non può stare, fanno fatica a mantenere posizioni storiche»); per gli anticlericali di comodo («C’è qualcuno che pretende di sentire la Chiesa solo quando fa comodo.

Io invece in valori come il rispetto della vita e la famiglia mi sono sempre riconosciuta»). Infine l’ultimo appello: «È importante vincere perché questa sta diventando una battaglia nazionale e l’unica risposta che si può dare a questi signori è andare a votare e vincere. La più democratica».

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