Quando ieri mattina alle 10 è uscito da Palazzo Grazioli, con destinazione aeroporto di Ciampino, per volare alle nozze dell’amico Giancarlo Galan, governatore del Veneto, Silvio Berlusconi portava con sé due regali. Uno tangibile, infiocchettato e tenuto in tasca; l’altro immateriale, scolpito nella testa, ma ancor prima dettato sicuramente dal cuore: un bracciale per la sposa e una definitiva reinvestitura politica per lo sposo.
«Il Veneto continuerà a essere governato da noi con lui», ha detto infatti il premier riferendosi all’amico Giancarlo. Un «regalo», quest’ultimo, resosi necessario quantomeno per sgombrare il campo, una volta per tutte, dai troppi spiacevoli equivoci sorti negli ultimi giorni e scaturiti da una mal interpretata dichiarazione del presidente del Consiglio.
Come si ricorderà, intervenendo sere fa a Porta a porta il premier aveva affermato che alle elezioni regionali venete del prossimo anno, per la conquista della presidenza di Ca’ Balbi, poltrona di prestigio e per di più con un’impagabile vista sul Canal Grande, il candidato governatore del centrodestra verrà espresso da chi, tra il Popolo della libertà e la Lega, avrà ottenuto anche un solo voto di più nelle consultazioni europee in calendario ieri e oggi. «Datevi da fare e prendete almeno un voto in più del Carroccio», aveva detto di fatto il Cavaliere, ricordando a chi di dovere che questa - quella del voto in più - è in fondo la regola irrinunciabile di ogni democrazia.
Doveva insomma essere unicamente quel che voleva essere, ovvero una strigliata di Berlusconi ai suoi uomini impegnati in quel pezzo d’Italia che va dalle Dolomiti alla Laguna, dal Garda al Tagliamento. Ma è stata interpretata altrimenti. Non proprio benissimo - e lo si poteva anche umanamente comprendere - da Galan e dai suoi supporter. Senz’altro meglio, anche se per utilizzarla poi a modo suo, ovvero come clava, l’aveva presa invece una Lega visibilmente più che euforica, a cavallo com’è di sondaggi che a dir suo la darebbero in vantaggio sul Pdl nel Veneto e in un ravvicinato testa a testa anche in terra di Lombardia.
Rispettoso della cerimonia nuziale, per quanto laica, alla quale prendeva oltretutto parte in veste di co-testimone dello sposo (l’altro era Marcello Dell’Utri), il presidente del Consiglio non si è fermato per rilasciare dichiarazioni ufficiali ai giornalisti che lo attendevano sotto il sole, accampati fuori dai cancelli di Villa Rodella. Ma agli antipasti, tra un prosecchino e un pesciolino fritto, chiacchierando con gli altri invitati, ha lasciato cadere lì quella frase che il padrone di casa probabilmente tanto attendeva. Frase che ci ha messo poi meno di un secondo a rimbalzare fino al capannello dei cronisti. Dopo aver premesso che in Italia c’è una democrazia e di conseguenza governa chi ha la maggioranza, Berlusconi ha affermato che anche in questa tornata elettorale «sicuramente vincerà il Popolo della libertà e quindi il Veneto continuerà a essere governato da noi, con Giancarlo Galan».
E al fresco sposo, per ribadire ulteriormente il rapporto di fiducia e amicizia che li lega ormai da tanti anni, nonché per sgombrare definitivamente il campo da ogni ulteriore ed errata interpretazione delle sue affermazioni, il premier ha voluto fare un altro imprevisto regalo, a cavallo tra la sfera politica e quella personale. E considerata l’occasione speciale, lo ha affidato alla neosignora Galan. «Posso dirvi io una cosa che mi ha detto Berlusconi - ha rivelato infatti Sandra Persegato durante il breve saluto che la coppia ha riservato ai giornalisti -. Il Cavaliere mi ha detto “io voglio molto bene a Giancarlo e lui mi vuole molto bene, tutto quello che fraintendono gli altri non conta”». Frase che ha strappato a Galan, raggiante e in maniche di camicia, un commento scherzoso: «Speriamo bene».
A fine giornata il presidente del Consiglio è ripartito alla volta di Milano annunciando che vista l’ora tarda e le difficoltà di spostamento con l’elicottero per le cattive condizioni meteorologiche, avrebbe rimandato il voto a stamattina. In tarda serata un annuncio da Washington: il presidente Obama riceverà Berlusconi a Washington il 15 giugno.
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