Chi è veramente Robbie Williams, la popstar da 85 milioni di dischi venduti nel mondo? «Un narcisista. Una faccia da schiaffi. Un coglione spocchioso». Parola di una scimmia che però ha la voce dell'ex cantante dei Take That. Spieghiamoci meglio perché non è semplice. Inizia proprio con queste parole Better Man, in uscita il primo giorno del 2025 con la Lucky Red di Andrea Occhipinti, un biopic molto sui generis sul cantante inglese Robert Peter Williams detto Robbie. Ecco, se la voce è la sua, il volto e il corpo sono quelli di uno scimpanzé realizzato con gli effetti digitali che hanno catturato le movenze dell'attore Jonno Davies. «In realtà scherza Robbie Williams a Roma con il regista Michael Gracey che lo ha anche scritto insieme a due esordienti (Oliver Cole e Simon Gleeson) «in realtà è come il protagonista si immagina, una scimmia, cosi il pubblico può vederlo come egli vede se stesso. Una scelta dettata anche dal fatto che ci sono tanti biopic in giro che un po' hanno stancato anche perché spesso sono ripuliti e risistemati, diversamente dal nostro».
E in effetti il film non risparmia nulla delle montagne russe della popstar che aveva esordito con i Take That. Si va da un'infanzia bullizzata all'uso e abuso di droghe, alcol e compagnia bella fino al successo planetario con il concerto a Knebworth da 375.000 presenze in tre serate. Trasformando così Better Man in un film biografico assolutamente originale che, all'inizio, spiazza lo spettatore costretto a empatizzare con una scimmia computerizzata: «Si parla del corpo dice il cantante ospite l'altra sera a X Factor che è fonte di malattia mentale, io sono stato dipendente dalla droga, dal sesso, dalla tv, dal computer, dal cibo. Ho smesso di drogarmi, di bere, pure il sesso, mi rimane il problema del cibo che continua ancora oggi da quando ero un undicenne cicciotello».
E, a
proposito di sincerità, Robbie Williams risponde così a chi gli chiede di ricordare il suo Sanremo del '94: «Ma lo fanno ancora? Non mi dispiacerebbe essere reinvitato. Però chi ca..o se lo ricorda Sanremo, ero strafatto».
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