Btp Italia, rendite fino al 20%. Ecco perché investire

Al via oggi la 19esima emissione del Btp Italia che protegge dall’inflazione con una cedola reale del 2% l’anno oltre al premio finale. La domanda è superiore all’offerta, ecco cosa c’è da sapere

Btp Italia, rendite fino al 20%. Ecco perché investire

Lunedì 6 marzo è il giorno della diciannovesima emissione del Btp Italia che offre una cedola reale annuale al minimo al 2% ed è indicizzato al tasso inflazionistico (indice FOI, senza tabacchi) ogni sei mesi. Inoltre, per chi terrà il titolo fino alla scadenza, è previsto un premio dello 0,8%.

Dalle prime indiscrezioni, risulta che il mercato ha accolto il Btp con particolare entusiasmo, tant’è che l’offerta non riesce a tenere il passo con la domanda, confermando così l’alto interesse nei confronti dei Btp anti-inflazione.

Emissione Btp Italia, cosa è e come funziona

I Buoni del tesoro poliennali (Btp) sono titoli emessi dallo Stato con lo scopo di finanziarsi. I Btp Italia sono un prodotto finanziario che tiene conto dell’inflazione e, considerate le emissioni precedenti, non stupisce che ottengano successo.

L’emissione numero 17, emessa a giugno del 2022 con un tasso reale dell’1,6% ha restituito agli investitori interessi semestrali del 7,23%, ossia adeguati al tasso di inflazione al netto dei tabacchi.

La quota minima di rendimento reale del 2% è da intendere temporanea, perché quella definitiva verrà comunicata il giovedì 9 marzo e potrà rimanere invariata o tendere al rialzo.

Questa nuova emissione vedrà il primo godimento il 14 marzo del 2023 e ha scadenza il 14 marzo 2028, con cedole che verranno corrisposte ogni sei mesi insieme alla rivalutazione del capitale investito in base all’inflazione del medesimo semestre.

Come acquistare i Btp Italia

La prima fase del collocamento si svolge dal 6 all’8 marzo 2023 ed è dedicata ai risparmiatori individuali. Chi manterrà l’investimento fino alla scadenza del 14 marzo 2028 riceverà un bonus dell’8 per mille del capitale investito (ossia lo 0,8%). I bond, il cui codice Isin è IT0005532715, possono essere acquistati in ogni banca, presso gli uffici postali ma anche mediante le piattaforme home-banking dei vari istituti di credito.

Considerando che in questo primo scorcio del 2023 l’inflazione acquisita è del 5,5%, il rendimento per quest’anno è previsto tra il 7% e l’8% (probabilmente, sostiene il Corriere della Sera, tra il 7,2 e il 7,3%).

Gli investitori istituzionali, a cui è dedicata la seconda fase del collocamento, potranno acquistare i bond dalle 10 alle 12 del 9 marzo.

Il rendimento al 20%

Analizzando i Btp emessi in passato e che giungono a scadenza nel corso del 2023, il rendimento del 20% non è utopico.

Il Btp Italia emesso ad aprile del 2015 che arriverà a scadenza ad aprile del 2023 rende il 21%. Chi ha investito 1.000 euro incasserà 210 euro lordi. Un rendimento nettamente più alto dei bot tradizionali che fruttano mediamente lo 0,99% annuo e, fino a quando l’inflazione non si assesterà al 2% (cosa che non accadrà in tempi brevissimi), i Btp Italia rimarranno più vantaggiosi.

I Btp e i Btp Italia

Come detto, i Buoni del tesoro poliennali sono delle obbligazioni con cui lo Stato si finanzia per potere erogare i servizi ai cittadini e mantenere le infrastrutture di propria competenza.

In Italia esistono tre tipi di obbligazioni con cui lo Stato raccoglie denaro: i Bot (Buoni ordinari del tesoro), i Ctz (Certificati del tesoro zero-coupon) e i Buoni del tesoro poliennali, i Btp.

I Btp hanno una durata variabile che va dai 3 ai 50 anni e il loro taglio minimo è di 1.000 euro. La logica di questo prodotto finanziario vuole, al pari di tutte le altre obbligazioni, che il valore nominale non cambi nel tempo e che le cedole vegano versate ogni sei mesi direttamente all’investitore, dopo essere sottoposte a una tassazione del 12,5%.

I Btp Italia, ossia i Buoni del tesoro poliennali, hanno durata di

4, 5, 6 e 8 anni e sono i primi titoli indicizzati all’inflazione. Non sono collocati mediante asta ma tramite la piattaforma Mot di Borsa italiana e possono anche essere negoziati nel mercato secondario.

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