«Nessuna guerra con Prosiebensat, anzi, l’esatto contrario». Il giorno dopo la nota irritata del board dell’emittente tedesca, che invitava i soci a votare contro le proposte di Mfe-Mediaset, il direttore finanziario del Biscione, Marco Giordani, smonta la percezione diffusa di uno scontro con il vertice di Prosienbensat nell’assemblea degli azionisti in calendario il prossimo 30 aprile. Il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi proponeva, tra le altre cose, la richiesta di una consulenza indipendente per valutare la convenienza di uno spin-off delle attività di dating e dell’e-commerce oltre a una modifica della composizione del consiglio di sorveglianza con l’inserimento dell’ex partner EY Simone Scettri.
Il presidente del supervisory board, Andreas Wiele, aveva rilasciato dichiarazioni dure in cui asseriva che le proposte di Mfe fossero troppo sbilanciate a suo favore. Replica Giordani: «Mi sembra una normale dialettica tra un board e i propri azionisti in casi come questi. Vogliamo chiamarlo gioco delle parti? Definiamolo per quello che è: il naturale grido di indipendenza del management che rivendica la propria autonomia». Peraltro, l’ex Mediaset ha dato mandato al suo consulente di raccogliere le deleghe in vista dell’assemblea, ma non avrebbe nessuna intenzione di cercare uno scontro all’ultimo voto in assemblea. «Portare delle proposte strategiche e razionali in assemblea, metterle al voto: cosa c’è di più democratico e market friendly di questo? - si domanda retoricamente Giordani - Non vogliamo imporre niente. Intendiamo piuttosto dare una mano, perché è evidente che lo status quo, come ha più volte ripetuto Pier Silvio Berlusconi, non fa bene a nessuno».
Il board di Prosiebensat sostiene nel suo comunicato che lo spin-off tra l’attività televisiva e quelle secondarie aumenterebbe il debito. «Quanto sostenuto dai vertici di Prosieben sul debito è poco chiaro e non corretto - spiega al Giornale Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore di Strategia presso l’università Bocconi - con uno split delle attività il debito non aumenta, ma viene diviso pro quota. Trovo invece corretto che un progetto di split sia portato all’attenzione degli azionisti». Di là delle singole posizioni, comunque, «stiamo parlando di una normalissima dialettica di governance». Per Carnevale Maffè, tuttavia, «i tedeschi devono capire che non si possono prendere posizioni aprioristiche e di parte come quella espressa nel comunicato».
Per l’economista, quindi, la proposta di Mfe, che ha una specifica competenza nell’ambito della televisione, «è una questione di sostanza e di focalizzazione del business, che merita di essere discussa in assemblea. Cercare di impedire che se ne parli non mi pare una buona pratica di governance».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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