Dopo le botte in carcere trasferito il killer di Tommy

Ma il direttore del penitenziario di Parma smentisce: «Il detenuto sta bene»

Silvia Gilioli

da Parma

Dall’inizio di questa settimana Mario Alessi è stato trasferito dal carcere di Parma a quello di Viterbo. Si parla di una violenta aggressione in carcere da parte di altri detenuti. Ma il direttore del penitenziario nega.
Mario Alessi, 44 anni, è il sospettato numero uno per l’omicidio di Tommaso Onofri, il bambino di Parma di 17 mesi rapito il 2 marzo scorso e ucciso poche ore dopo. Ora si trova rinchiuso nel carcere di Mammagialla, a Viterbo, in una delle quattro celle del reparto centrale d’infermeria, guardato a vista da due agenti di polizia penitenziaria. Si parla di un pestaggio, di cui sarebbe rimasto vittima a Parma.
«Non è assolutamente vero che sia stato trasferito per questioni di sicurezza - garantisce il direttore del carcere di via Burla, Silvio Di Gregorio -, Alessi è uscito da qui integro, sia dal punto di vista fisico che psichico. La situazione difficile è stata gestita al meglio dal personale, non gli è mai successo nulla».
Di Gregorio spiega il trasferimento con questioni semplicemente legate alla giustizia.
«La vicenda ormai è cristallizzata, non ci sono più esigenze istruttorie, è decaduto l’isolamento giudiziario, si tratta di una questione d’opportunità». Nel carcere di Parma non ci sono più nemmeno gli altri due accusati del rapimento, Salvatore Raimondi e Antonella Conserva, la compagna di Alessi, trasferiti alcune settimane fa nel carcere di Ferrara.
L’avvocato di Alessi, Laura Ferraboschi, ha saputo in ritardo del trasferimento. Prima del presunto pestaggio aveva chiesto una perizia per accertare lo stato di salute del recluso.
«Ho saputo che non è più a Parma dal perito incaricato della perizia psichiatrica, il professor Lino Rossi. Il cambio può essere legato alla condanna a sei anni di reclusione, per violenza sessuale e sequestro di persona, divenuta definitiva».
La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dal muratore contro la sentenza della Corte di Appello di Palermo per lo stupro di una ragazza minorenne, violenza avvenuta nell’estate di sei anni fa a San Biagio Platani, in provincia di Agrigento.
«Nei prossimi giorni andrò a Viterbo per incontrarlo personalmente e per rendermi conto di cosa possa essergli capitato. Intanto chiederò il riavvicinamento: l’ordinamento penitenziario deve facilitare i colloqui con il difensore, tanto più che in questo caso i familiari sono quasi assenti. Anche il perito deve essere posto nelle condizioni migliori di sentire Alessi».
Per l’ipotesi dell’aggressione propende proprio lo psicopatologo Lino Rossi, di Reggio Emilia.


«Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) - spiega - avevo appuntamento con Alessi per proseguire la mia perizia. Non eravamo stati informati, né io né l’avvocato. Molto probabilmente il trasferimento è stato effettuato d’urgenza. La mia idea è che possa proprio essergli accaduto qualcosa».

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