Bufera sul Pirellone: ordine d'arresto per Massimo Ponzoni

Mandato di arresto anche per il vicepresidente della Provincia di Monza e Brianza. Accuse sono di bancarotta e corruzione in relazione al via libera del Pgt di Desio e Giussano

Bufera sul Pirellone: ordine d'arresto  per Massimo Ponzoni

Una nuova ondata di arresti si è abbattuta sulla Lombardia. La magistratura monzese ha emesso un provvedimento di arresto per l’ex assessore regionale all'Ambiente Massimo Ponzoni, che fino ad ora non è stato rintracciato, il vicepresidente della Provincia di Monza e Brianza Antonino Brambilla, già coinvolto nell’inchiesta di Mani pulite, l'ex assessore provinciale Rosario Perri, l'ex sindaco di Giussano Franco Riva e l’imprenditore Filippo Duzzoni. Le misure di custodia cautelare si inquadrano nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della società Pellicano. Le accuse sono di bancarotta e corruzione in relazione all’approvazione del Piano generale del territorio (Pgt) dei Comuni di Desio e Giussano.

E' giallo sul consigliere regionale del Pdl, accusato di "corruzione, bancarotta, concussione e finanziamento illecito ai partiti": gli inquirenti non riescono a rintracciarlo sebbene siano convinti che fosse a Desio (in provincia di Monza) fino a questa notte. Ponzoni, colpito dal "provvedimento restrittivo per il pericolo di fuga e inquinamento delle prove e reiterazione del reato", sarebbe infatti rientrato giovedì scorso da una vacanza alle Maldive. Se il consigliere regionale non si consegnerà alla giustizia nelle prossime ore, gli inquirenti chiederanno lo stato di latitanza. Oltre all’accusa di bancarotta fraudolenta sono ipotizzati anche "i reati di corruzione, concussione e peculato, appropriazione indebita e finanziamento illecito ai partiti". "Il finanziamento illecito ai partiti - spiegano - è contestato in relazione al sostenimento di spese per la campagna elettorale dello stesso Ponzoni che attualmente è consigliere regionale".

Attualmente Ponzoni è consigliere segretario del Consiglio regionale della Lombardia. Il mandato di arresto nei suoi confronti torna a scuotere il Pirellone poche settimane dopo l’arresto per tangenti dell'ex vicepresidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani e pochi mesi dopo un'altra indagine per tangenti che ha coinvolto l'ex braccio destro di Pierluigi Bersani, il pd Filippo Penati, anch’egli vicepresidente poi sostituito dalla compagna di partito Sara Valmaggi. A oggi, dunque, tre dei cinque componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale eletti all’inizio della legislatura nel 2010 - gli altri sono il presidente, il leghista Davide Boni, e il segretario, il democratico Carlo Spreafico - sono coinvolti in differenti inchieste giudiziarie.

Nei corridoi del Pirellone si parla ormai di "maledizione dell’Ufficio di presidenza", un po' per sdrammatizzare un pò anche per scaramanzia. Proprio durante la seduta di domani sarà scelto il sostituto di Nicoli Cristiani dal momento che il secondo posto di vicepresidente risulta ancora vacante.

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