C'è Giotto nella bellezza dorata del crocefisso di Ognisanti

Dopo il restauro dell'Opificio delle Pietre dure la straordinaria notizia: è del grande maestro l la crocefissione custodita dalla chiesa fiorentina. Ma solo a settembre si avranno le prove definitive

Sarebbe quasi sicuramente di Giotto il crocifisso di Ognissanti. La nuova attribuzione dell'opera, che fino a ora è sempre stata attribuita a un parente o a un allievo della scuola dell'artista, sarebbe stata possibile dopo il restauro realizzato dall'Opificio delle Pietre dure.
Secondo quanto affermano gli esperti, il Crocifisso, che era custodito nella sacrestia della chiesa di Ognissanti a Firenze, e che era ricoperto da uno strato di incrostazioni che ne nascondevano i dettagli, sarebbe databile al secondo decennio del '300. L'opera - 453 per 360 centimetri, ma la parte inferiore (almeno un metro), in cui probabilmente era rappresentato il monte Golgota, è andata perduta - sarebbe stata eseguita da Giotto circa venti anni dopo il Crocifisso conservato nella basilica di Santa Maria Novella, sempre a Firenze. Secondo quanto spiegato in un'intervista dal direttore dell'Opificio, Marco Ciatti, le prime analisi erano iniziate nel 1997 e il restauro nel 2005.

Ora si aspetta un ulteriore esame, la riflettografia, che potrebbe consentire di scoprire sotto il dipinto il disegno preparatorio di Giotto. La tecnica particolare che Giotto utilizzava per questi disegni, sottili segni lineari alternati a spesse pennellate, potrebbe essere la prova definitiva. Il restauro sarà presentato a fine anno.
Msac

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