A caccia di dittatori che governano grazie alla nuova "Autocrazia S.p.a."

La firma dello Spectator e dell'Economist spiega con dovizia di particolari come le attuali dittature e gli Stati falsamente democratici prosperino attraverso un network che spazia dalla diplomazia al mercato passando per la rete e le fake news

A caccia di dittatori che governano grazie alla nuova "Autocrazia S.p.a."
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Nel 1967 imprenditori tedeschi e austriaci ebbero una serie di incontri riservati con membri del partito comunista sovietico. Le due delegazioni erano composte da persone molto diverse tra loro, per estrazione e ideologia, ma condividevano un profondo amore per il gas naturale e i gasdotti. I sovietici avevano appena scoperto i giacimenti di metano in Siberia. L'Europa iniziava ad aver fame di energia pulita e a basso costo. Economia non fa rima con ideologia. E persino la politica vedeva di buon occhio, nonostante le testate atomiche puntate da una parte e dall'altra, la creazione di una infrastruttura stabile che attraversasse la «cortina di ferro» e arrivasse a tutte le caldaie e ai fornelli tedeschi. Per Willy Brandt, l'allora ministro degli Esteri della Repubblica federale, il rischio di dipendenza non c'era. Anzi: nessuno tira testate atomiche ai propri clienti. Nessuno si pose allora il problema (e nemmeno in seguito) su quanto quel legame economico avrebbe contribuito a sovvenzionare a Mosca un regime autocratico per nulla interessato a diventare democratico. Un modello centralizzato e incurante della libertà dei cittadini che, transitando dal Soviet supremo al sistema Putin, non si è lasciato modificare dall'Occidente.

Questo è uno dei tanti esempi che il lettore troverà nel saggio, di agilità tutta statunitense, della giornalista Anne Applebaum: Autocrazie. Chi sono i dittatori che vogliono governare il mondo (Mondadori, pagg. 166, euro 19). La firma dello Spectator e dell'Economist spiega con dovizia di particolari come le attuali dittature e gli Stati falsamente democratici prosperino attraverso un network che spazia dalla diplomazia al mercato passando per la rete e le fake news. Una vera e propria «Autocrazia S.p.a.»: «Al giorno d'oggi, le autocrazie non sono governate da un solo cattivo, ma da raffinate reti che poggiano su strutture finanziarie cleptocratiche, su un complesso di servizi di sicurezza e su esperti di tecnologia che forniscono sorveglianza, propaganda e disinformazione».

Se non si capisce il funzionamento di questa rete, che spinge la sua propaganda sino all'interno del nostro sistema dei media, non si capisce il livello di rischio che le democrazie occidentali stanno correndo.

Nemmeno si deve pensare che esista una stanza in cui si riuniscono dei cattivi tipo film di James Bond. Semmai esistono interessi che si sposano e passano dall'oppressione di interi popoli, la ragioneria del male al posto della banalità.

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