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Addio ad Andreas Brehme, terzino dell'Inter dei record e campione del mondo a Italia '90

L'ex terzino sinistro dell'Inter e della Germania è morto dopo un arresto cardiaco. Colonna della squadra di Trapattoni, segno il rigore decisivo nella finale dei Mondiali '90

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Un grave lutto colpisce il mondo del calcio. È morto a 63 anni Andy Brehme, ex difensore dell'Inter dei record e campione del mondo con la Germania a Italia '90. Secondo quanto riportato dalla Bild, la causa probabile del decesso è un arresto cardiaco. Brehme è stato ricoverato al pronto soccorso di una clinica a Monaco di Baviera vicino al suo appartamento. I soccorsi, sempre secondo la Bild, sarebbero arrivati troppo tardi per salvargli la vita. Fu proprio Brehme a segnare il rigore decisivo nella finale del Mondiale di Italia '90 vinta dai tedeschi all'Olimpico di Roma contro l'Argentina. Con l'Inter, all'epoca guidata da Giovanni Trapattoni, vinse un campionato, una Supercoppa italiana e una Coppa Uefa nell'arco di un quadriennio.

"È con profonda tristezza che annuncio a nome della famiglia che il mio partner Andreas Brehme è morto improvvisamente e inaspettatamente durante la notte a seguito di un arresto cardiaco. Vi chiediamo di rispettare la nostra privacy in questo momento difficile e di astenervi dal fare domande". Arriva alla Dpa la conferma della morte di Andreas Brehme da parte della sua compagna, Susanne Schaefer.

La carriera

Brehme, nato ad Amburgo, ha giocato tre Coppe del Mondo, perdendo la finale del 1986 a Città del Messico contro l'Argentina e fu autore del gol della vittoria della Germania nella finale dei Mondiali del 1990. Il suo momento migliore da giocatore di club è arrivato all'Inter, dove ha vinto la Serie A nel 1989 e la Coppa Uefa nel 1991. Ha vinto la Bundesliga con Bayern Monaco e Kaiserslautern. In seguito divenne allenatore, con minor successo, in club tra cui Kaiserslautern e Unterhaching. Appesi gli scarpini al chiodo, ha sempre avvertito un forte legame con l'intero ambiente interista. Anche via social spesso proponeva ricordi della sua avventura in Italia e da lontano faceva sempre il tifo per i nerazzurri.

Le reazioni

"Un giocatore magnifico, un grande interista. Ciao Andy, per sempre leggenda": questo il saluto dell'Inter a Brehme. Il club nerazzurro giocherà con il lutto al braccio la partita di Champions di stasera contro l'Atletico Madrid. "FC Internazionale Milano e tutto il mondo Inter si uniscono al cordoglio per la scomparsa di Andreas Brehme e, nel ricordarlo, abbracciano i suoi familiari", si legge nella nota dell'Inter."In ricordo del grande campione tedesco, che ha vestito i colori nerazzurri dal 1988 al 1992 collezionando 154 presenze e 12 gol conquistando uno Scudetto, una Coppa Uefa e una Supercoppa Italiana, l'Inter scenderà in campo questa sera con l'Atletico Madrid indossando il lutto al braccio", viene spiegato.

Non sono mancati i messaggi dei suoi vecchi compagni di squadra in nerazzurro. Walter Zenga ha voluto salutare così il tedesco: "Ciao Amico mio o come ti chiamavo io “shazzy” non dovevi farmi questo, non dovevi farci a tutti noi questo…". "Te ne sei andato troppo presto Amico mio ma so che da lassù ci proteggerai e come al solito ti metterai lì e tirerai i rigori uno col destro e uno col sinistro… Buon viaggio Amico mio Riposa In Pace non ti dico che sto piangendo perché so che tu mi abbracceresti e mi diresti “ dai Walter ci sono io” Ciao Andy RIP".

"Andy è stato un compagno vero, una bella persona in campo e fuori. Avevamo un rapporto speciale, ero molto legato a lui. Ci mancherà tanto". È il dolore di Beppe Bergomi, raggiunto telefonicamente da LaPresse, per la scomparsa di Brehme. "Dovevo vederlo pochi giorni fa per Inter-Salernitana, mi aveva chiamato. Lui poi di solito si fa risentire sempre il giorno prima ma stavolta non ha chiamato. Non sapevo niente delle sue condizioni, parlano di arresto cardiaco. Io posso solo dire che è stato un compagno vero, una bella persona in campo e fuori - racconta Bergomi -. Ero molto legato a lui anche dopo, alla fine della nostra carriera.

All'Inter sono arrivati tanti giocatori stranieri e con lui c'era un rapporto speciale. Aveva una casa sul lago a Bardolino, veniva spesso in Italia. Lui mi chiamava, io lo raggiungevo e si stava insieme, anche con la sua nuova compagna. Ci mancherà tanto, era davvero una bella persona".

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