In estate hanno vinto la coppa Intertoto e, adesso, hanno deciso di giocarsela. In panca siede un tizio dall'aspetto ingombrante e la faccia burbera, specializzato nell'esaltazione dei suoi fantasisti: si chiama Carletto Mazzone, ha appena dovuto salutare Roberto Baggio, ma ha accolto Beppe Signori.
A Bologna - mentre fuori esplode l'estate 1998 - fanno una mezza rivoluzione. Attorno ai giocatori cardine - Antonioli tra i pali, Marocchi a dirigere il traffico nel mezzo, il gigantesco Kennet Anderson a svettare davanti - arrivano per rimpolpare la rosa anche Klas Ingesson dal Bari, i difensori Bia, Boselli e Rinaldi, il portiere Roccati e Sanchez, intuizione prelevata dal Montepellier. Eppoi ci sono i Paganin, i Paramatti, i Nervo, i Kolyvanov ed Eriberto, che si scoprirà poi essere Luciano. La manovalanza del pallone premuta nell'ascensore europeo. La provincia che erompe nella voglia di rivalsa, come oggi, con Zirkzee e i suoi fratelli.
Parte da lontanissimo, quella galoppata. Trentaduesimi di finale. Davanti c'è lo Sporting CP, ma tra andata a ritorno (0-2 e 2-1) Nervo, Eriberto e Signori lo domano agilmente. Medesima musica con lo Slavia Praga, ammansito e sbattuto fuori ancora grazie al collettivo, certo, che si compatta intorno agli squilli di Signori (due volte tra andata e ritorno), Ingesson e Cappioli (2-1 e 0-2). Mazzone qui si alza dalla panca ed esulta forsennato davanti ai microfoni Rai. Comprende che il vento spinge nella direzione giusta.
Altro turno, livello che si alza. Di fronte c'è il munifico Betis Siviglia, quello che sfoggia il luccicante brasiliano Denilson e un mucchio di altri talenti. Il Bologna però fa spallucce e lo demolisce con un appuntito 4-1 in casa (Fontolan due volte, Kolyvanov, Eriberto): un gruzzolo calcistico che consente di resistere al ritorno dei biancoverdi, incapaci di andare oltre l'1-0 in casa.
Adesso, come oggi, la citta sogna e fluttua oltre le sue stesse possibilità. Così anche il Lione di Guy Lacombe non può intimorire un gruppo che sta vivendo l'Europa quasi fosse il giardino di casa. Al Dall'Ara arriva un inappellabile 3-0 (doppio Signori, poi Binotto) che incanala dritto verso la qualificazione alle semifinali. In Francia è durissima, l'Olympique ne fa due e il Bologna nessuno, ma il terzo non arriva mai e Mazzone è tra le prime quattro della coppa Uefa, partendo dall'Intertoto.
Ora è il turno del Marsiglia di Rolland Courbis, squadra granitica dietro con Blanc e Gallas, armata dal prodigioso prestigiatore Robert Pires a centrocampo e dal nostro Fabrizio Ravanelli in attacco. Il Bologna però approccia senza paura e, all'andata, tappezza il Velodrome di carismatica imposizione del gioco. Il risultato però resta inchiodato sullo 0-0 e tutto deve decidersi nel ritorno al Dall'Ara. Davanti a quasi 36mila spettatori i rossoblu passano quasi subito, con un bolide di Paramatti, ma i francesi li riacciuffano con un rigore procurato da Ravanelli e calciato glacialmente da Laurent Blanc.
Il risultato di 1-1, per l'orrida regola del gol che vale doppio fuori casa, premia gli ospiti (poi disintegrati 3-0 in finale dal Parma).La campagna europea si ferma qui, ma quel Bologna dei miracoli se ne sta lì come un cassetto del tempo, da riaprire per ricordare che allora, come oggi, anche la provincia può permettersi di sognare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.