Il presidente dimissionario della Juventus, Andrea Agnelli, possiede un carattere introverso ed emotivo, con un sottofondo d’insicurezza temperamentale che non gli permette di analizzare con speditezza e tranquillità situazioni e persone, a causa della forte emotività e di una notevole sensibilità (vedi grafia piccola e congestionata).
Buon Natale e buon anno a tutti voi dal Presidente Andrea Agnelli! #VSXmas2017 https://t.co/xFq3ahAdLM pic.twitter.com/ikMXMcPFVN
— VecchiaSignora.com (@forumJuventus) December 25, 2017
Può presentare qualche momento di dubbio che va ad incidere sulla determinazione facendogli commettere errori di valutazione anche nelle scelte dei collaboratori (troppo spazio tra le parole).
È proprio questa conflittualità che può farlo sbagliare nelle decisioni dove finisce per sottovalutare i possibili effetti negativi. Infatti, per certi versi può essere assalito dall’esitazione, ma per altri egli è assolutamente consapevole della propria emotività e, riallacciandosi al suo casato, trova personaggi che gli fanno da esempio e da stimolo. Così egli sa mettere in atto tattiche manipolatorie che ha imparato in tanti anni e che gli servono per tenere alto il proprio prestigio da conservare e difendere con tutte le sue forze. In questo senso sembra assomigliare molto all’Avvocato, il quale viveva quasi esclusivamente per la sua Juventus. Egli però possedeva un alto sentimento di sé, una padronanza e un forte senso del reale tanto da poterlo paragonato a Giulio Andreotti almeno per l’acume e l’astuzia. Andrea Agnelli, invece, non possiede tali doti, senza per questo nulla togliere alla sua intelligenza introspettiva e profonda.
Dalla grafia emerge la contraddizione tra ottime doti cognitive e una dipendenza affettiva che lo porta a cercare appoggi peraltro non sempre scelti con oculatezza a causa della sopra citata insicurezza. Ciò non toglie che, per non perdere l’immagine della “bandiera bianconera” sia disposto a fare scelte rischiose e al limite dell’impossibile.
È invece nella firma dove possiamo trovare il desiderio di una paternità più solida, che gli avrebbe permesso di appartenere a pieno titolo al “casato Agnelli”.
È però altrettanto vero che Andrea, nonostante una buona dose di intelligenza e un sottofondo di bontà, non può reggere per debolezza emotiva alle sollecitazioni di un ambiente così in fermento costante. Egli ha bisogno di essere affiancato da persone che, oltre ad essere all’altezza professionalmente, abbiano anche la capacità umana di sostenerlo.
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