Alla fine il "miracolo" si è avverato: l'Union Berlin è in Champions League

I biancorossi di Kopenick riescono, ad appena 4 anni di distanza dalla prima promozione in Bundesliga, ad andare nel torneo continentale più prestigioso. E tutto questo mentre i cugini dell'Herta retrocedono ancora una volta in Serie B

Alla fine il "miracolo" si è avverato: l'Union Berlin è in Champions League

A Kopenick si fa festa: l'Union Berlin è riuscito a strappare per il rotto della cuffia la prima storica qualificazione in Champions League. Nella vecchia casa del guardaboschi, così com'è chiamato lo stadio dei biancorossi, il prossimo anno si sentirà risuonare l'inno della massima competizione continentale. Cosa che a Berlino non accade da 23 anni, dalla prima e unica apparizione in Champions dei cugini dell'Herta. Cugini che proprio nell'ultima giornata sono stati costretti ad annotare un'altra retrocessione.

Il quadro nella capitale tedesca sembra essersi ribaltato: l'Union, fino a pochi anni fa considerata solamente quale rappresentante del quartiere di Kopenick, sarà l'unica squadra in Bundesliga di Berlino e proverà a far sognare i suoi tifosi nelle notti dell'Europa che conta.

Una stagione da record

Mentre a Dortmund è andato in scena il dramma sportivo dato dal pareggio del Borussia contro il Magonza, con la squadra giallonera che si è vista così soffiare il titolo all'ultima giornata dal Bayern Monaco, a Kopenick un'intera comunità per 90 minuti ha trattenuto il fiato assieme ai propri giocatori. In più di ventimila allo stadio, tanti altri invece nelle piazze vicine.

In questa zona Berlino si trasforma: prendendo un treno da Alexanderplatz, ci si lascia alle spalle i ritmi frenetici del centro e gradatamente ci si immerge in uno spazio dove la città inizia quasi a fondersi con i boschi del Brandeburgo. Per questo a Kopenick l'identificazione con il quartiere viene prima dell'identificazione con Berlino. Ed è per questo che l'Union Berlin, fondato nello stesso anno (correva il 1920) in cui l'ex paese è diventato un distretto della metropoli, non è solo un fatto sportivo ma anche sociale e culturale.

Nello stadio rimesso a nuovo nel 2008 grazie alle donazioni e al lavoro dei tifosi, i biancorossi sabato scorso hanno ospitato il Werder Brema. In ballo c'era un obiettivo quasi insperato a inizio stagione: la qualificazione in Champions League. Tra l'Union e la coppa europea più prestigiosa, non c'era solo un Werder senza velleità di classifica ma anche il Friburgo. Le due squadre sono arrivate all'ultima giornata appaiate al quarto posto con 59 punti.

Dentro lo stadio e nelle piazze di Kopenick è quindi iniziata una doppia attesa. Occorreva prestare attenzione alla prestazione della propria squadra, ma anche al risultato del Friburgo di scena a Francoforte. L'Union è arrivato a questa partita dopo una stagione da record. Il 27 gennaio la vittoria nel derby contro l'Herta ha consegnato ai biancorossi l'aggancio in testa al Bayern Monaco. Poche settimane prima, la squadra di Kopenick era addirittura prima in solitaria. Un sogno a occhi aperti, solo parzialmente interrotto dall'arrembaggio delle più attrezzate Borussia Dortmund e Lipsia. Ma il quarto posto, a quel punto, a tutti è sembrato il giusto coronamento di un campionato da protagonisti.

Alla fine del primo tempo però l'Union, contro il Werder, non è riuscito a sbloccare il punteggio. Di contro, l'italiano Vincenzo Grifo ha portato in vantaggio il Friburgo. I successivi 45 minuti sono stati al cardiopalma. Anche nella tranquilla Kopenick il tempo sabato ha iniziato ad accelerare inesorabilmente. Fino a quando, al minuto 81, una zampata di Rami Khedira ha fatto esplodere i tifosi biancorossi. Due minuti dopo poi, un altro urlo. Questa volta grazie a un aggiornamento apparso sul tabellone: il Francoforte è riuscito a pareggiare contro il Friburgo. A quel punto è potuta iniziare la festa. Anche perché nei minuti di recupero il Francoforte si è pure portato in vantaggio, spegnendo le ultime speranze del Friburgo.

Come si è arrivati al successo

Dalle parti di Kopenick nessuno parla di miracolo. La qualificazione alla massima competizione continentale dell'Union non è figlia di una singola stagione, di una singola annata dove tutto riesce a girare per il meglio. Il successo parte da lontano. La stagione spartiacque viene ritenuta quella del 2007/2008: i biancorossi in quel momento giocano nella quarta serie del campionato tedesco, arrivano terzi e vengono ammessi nella categoria superiore. L'anno dopo vincono il torneo e raggiungono l'equivalente della nostra Serie B. Poi un continuo miglioramento nella seconda serie tedesca, grazie a una gestione oculata di una società che nel frattempo riesce ad avere tra gli iscritti oltre 40.000 tifosi. Niente spese folli, niente maxi campagne acquisti, si punta sui giovani e sul miglioramento delle strutture. Il modello Union viene ritenuto come l'esempio più fulgido del sistema di azionariato popolare tedesco. Un sistema retto dalla regola del 50%+1, vale a dire che ai tifosi va sempre assegnata la maggioranza delle azioni di un club.

Si arriva così alla prima storica promozione in Bundesliga nel 2019, preludio alla prima qualificazione in Europa League raggiunta nel 2022. Non la prima in assoluto in Europa: Kopenick faceva parte, nell'era del muro, di Berlino Est e in più di un'occasione era riuscita ad arrivare nei tornei europei grazie ai piazzamenti nel campionato della Ddr. Adesso è la volta della Champions. E chissà, fra qualche anno, che non si punterà ancora più in alto.

Così l'Union si è preso la scena di Berlino

Per un quartiere di Berlino che festeggia, c'è un'altra fetta di città invece costretta a vivere gli spettri della retrocessione. L'Herta infatti, nonostante una vittoria a Wolsfburg nell'ultima giornata, non è riuscita ad evitare la Serie B. Non si tratta di un dramma: i tifosi biancazzurri hanno vissuto già due volte la retrocessione negli ultimi 13 anni, la società sembra avere i mezzi per un'immediata risalita.

Ad ogni modo, il prossimo anno per vedere una partita di Bundesliga a Berlino non si dovrà andare

all'Olympiastadion ma scendere nei più profondi confini sudorientali della città. Perché sarà soltanto l'Union a rappresentare la capitale tedesca nel prossimo campionato. Un altro motivo di vanto per Kopenick e per i suoi tifosi.

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