Per due volte ci è riuscita la Fiorentina (Biraghi e Cataldi). Per una Udinese (Zemura), Venezia (Nicolussi), Cagliari (Viola) e Lecce (Krstovic). I gol su punizione diretta nell'attuale campionato sono stati finora soltanto sei: pochi, per non dire pochissimi. Così che di questo passo sarà difficile raggiungere i 18 realizzati nell'ultima stagione, i 17 del 2022/23 e così via (fonte transfermarkt.it). Mancano gli specialisti, evidentemente. E con tutta probabilità è calato in generale anche il tasso tecnico dei giocatori che frequentano il massimo campionato, dal momento che ormai da anni si privilegiano la forza fisica e la tattica rispetto al puro gesto tecnico. Tendenza pericolosa, ovviamente, al punto che lo scorso campionato si erano dovute aspettare addirittura dieci giornate (e quasi cento partite) per vedere il primo gol segnato direttamente su punizione (Raspadori): una minore pericolosità nei calci da fermo si è peraltro confermata con il passare degli anni, tenuto conto che nel 2021/22 erano stati 22 e nel 2020/21 ancora meno (19). Nelle stagioni a cavallo del 2000, invece, le reti segnate nella massima serie su punizione diretta erano addirittura più del doppio (43 nel 2000/01, 45 nel 1999-2000 e 47 nel 1998-1999): la motivazione può essere ricercata in una maggiore preparazione dei portieri soprattutto quelli delle squadre non di prima fascia - più preparati nello studiare le traiettorie dei tiri da lontano, e in un certo cambiamento avvenuto nel modo di attaccare visto che si preferiscono soluzioni alternative al tiro da fuori come un cross o un passaggio corto. Negli ultimi anni si è inoltre diffusa la pratica del coccodrillo, ovvero posizionare alle spalle della barriera un calciatore della squadra in difesa: il tiratore è così obbligato a far passare la palla sopra gli avversari, i quali però possono saltare il più in alto possibile senza preoccuparsi di vedere il pallone infilarsi sotto i piedi.
Tra le squadre di serie A, ce n'è poi una che pare avere una speciale idiosincrasia per i calci piazzati. Il Toro impegnato domani nel derby contro la Juve - non segna infatti da fermo dal 21 maggio 2017 (Ljajic): se non è record del mondo, poco ci manca.
Dal canto suo la Juve ha trovato il suo ultimo gol su calcio piazzato il 20 maggio scorso (Milik) e, rispetto ai cugini, domani potrà mandare in campo gente che da fermo ha comunque già dimostrato di vedere la porta: Vlahovic, per esempio, da quando veste il bianconero ha colpito quattro volte, l'ultima delle quali il 19 aprile scorso contro il Cagliari. In precedenza aveva fatto centro contro Sassuolo (gennaio 2024), Spezia e Roma (agosto 2022).
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