
Niente ultima spiaggia, l'avventura di Thiago Motta sulla panchina della Juventus si conclude oggi. L'italo-brasiliano è stato esonerato, con la squadra bianconera affidata a Igor Tudor. Come da consuetudine il club ringrazia l'allenatore uscente e tutto il suo staff "per la professionalità dimostrata e per il lavoro svolto in questi mesi con passione e dedizione, augurando loro il meglio per il futuro".
Troppe le battute di arresto della Juve in questa stagione, non da ultimi i due ko consecutivi, prima con l'Atalanta, in casa, poi a Firenze. Precedute, queste due sberle, dall'eliminazione in Coppa Italia patita per mano dell'Empoli, non proprio una big, seguita all'altra eliminazione più pesante, quella in Champions, per mano del Psv Eindhoven. I malumori in casa bianconera serpeggiavano da mesi, ma questi ultimi scivoloni hanno impresso un'accelerazione improvvisa, fino al cambio della guardia, senza neanche attendere la ripresa dei lavori dopo la sosta per le Nazionali.
La Juve ha raggiunto un accordo verbale con Tudor, atteso in serata a Torino, già vice allenatore della Vecchia Signora con Andrea Pirlo. Tudor siederà in panchina già nella prossima gara di campionato con il Genoa, con un contratto fino al termine della stagione e l'obiettivo di centrare il quarto posto che vale un posto in Champions e tanti milioni per le casse bianconere.
Come giocherà il traghettatore?
Lo sa benissimo Tudor, è quasi impossibile che sarà lui l'allenatore della Juve nella prossima stagione. Però nel calcio "mai dire mai", quindi il croato ha il diritto e il dovere di giocarsi a pieno le proprie carte e di provare a fare il meglio possibile, poi si vedrà. Ma come farà giocare la squadra questo il nuovo tecnico bianconere che, con molta probabilità potrebbe essere solo un "traghettatore", in attesa della nuova stagione?
Nel suo passato di allenatore l'ex tecnico di Udinese, Olympique Marsiglia e Lazio ha privilegiato la difesa a tre. Il suo modulo di gioco dovrebbe essere il 3-4-2-1. Quando prese il posto di sarri, sulla panchina della Lazio, ribaltò il 4-3-3 senza farsi troppi problemi, pur di perseguire le proprie idee. Carattere e determinazione non gli mancano.
In difesa dovrebbe affidarsi soprattutto su Kalulu e Gatti, affidando a quest'ultimo il compito di guidare il reparto. Sul lato sinistro Renato Veiga o Lloyd Kelly, i due nuovi innesti, che fino ad ora hanno abbastanza faticato, a onor del vero. A centrocampo grandi speranze vengono riposte su Weah (sulla fascia destra) e Cambiaso (a sinistra). Tante opzioni per la zona centrale del reparto, con Locatelli e Thuram favoriti sugli altri. E in attacco? Teoricamente dovrebbe schierarne due, anche se non è da escludere l'unica punta. In questo caso, però, si riaprirebbe il dilemma: chi lasciare fuori tra Vlahovic e Kolo Muani? Su Dusan il croato ha sempre avuto grandissima fiducia e stima, tanto da definirlo il più grande attaccante di tutti, più forte anche di Osimhen. Lo penserà ancora?
Dietro alle punte operazione rilancio per Yildiz, senza dimenticare Nico Gonzalez. Insomma, gli uomini ci sono. I dirigenti bianconeri sono convinti di questo. Occorre solo trovare la ricetta giusta. Ora lo chef è Tudor. Tocca a lui far vedere di che pèasta è fatto.
Il passato bianconero di Tudor
Non c'è alcun dubbio che Tudor conosca molto bene la strada verso la Continassa (dove si allenano i bianconeri), perché l’ha percorsa per un anno intero nella stagione 2020-2021. Era un ritorno in casa bianconera, all’epoca come secondo di Pirlo. Adesso invece la Juve sarà tutta sua. La storia tra il croato e i colori bianconeri inizia come calciatore nel 1998, quando Igor era un ventenne agli inizi della carriera. Torino e la Juve lo accolsero ragazzino, alla prima esperienza lontano dalla sua Croazia e dalla sua Spalato, per poi salutarlo nel 2005, con oltre cento presenze all’attivo e cinque trofei conquistati: gli scudetti del 2001-2002 e 2002-2003, le Supercoppe Italiane del 2002 e 2003 e l’Intertoto del 1999. Dopo un anno di Siena fa il suo ritorno alla Vecchia Signora nella stagione più difficile della storia, quella della serie B del 2006-2007, senza però collezionare una sola apparizione, a causa di un lungo infortunio. La sua esperienza come allenatore inizia con l’Hajduk Spalato, dopo aver fatto il collaboratore anche per la nazionale croata. Poi Tudor ha girovagato tra Paok, Karabukspor, Galatasaray fino al ritorno in Italia, all’Udinese, nel 2018.
C'è anche la parentesi come secondo di Pirlo, poi la guida del Verona e dell'Olympique Marsiglia, per arrivare alla panchina più recente, quella della Lazio, che si protrae da marzo a giugno scorso. L'esordio con i biancocelesti fu contro la Juve, battuta 1-0 all’Olimpico.
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