Tratto distintivo: bomber di razza. Ulteriore segno di riconoscimento: hanno giocato sia con la maglia granata che con quella bianconera. Juventus-Torino si arricchirà martedì sera dell'ennesimo capitolo di una contesa che scorre incessante da oltre un secolo. E quanti sono stati i protagonisti di questo duello tra due poli così geograficamente vicini, eppure così filosoficamente distanti. Per gli uni vincere resta l'unica cosa che conta. Per gli altri il successo è conseguenza diretta del cuore che infondi in ogni gara. Universalmente seguita la Vecchia Signora, baluardo di torinesità autentica i granata.
Come quelle correnti marine di colore e temperatura differente che, incontrandosi nel bel mezzo dell'oceano, non riescono a compenetrarsi. Eppure c'è chi è riuscito a rimanere in equilibrio su una sponda e anche sull'altra. Come questi cinque attaccanti, appunto. Disertori del cammino riservato alle bandiere. Entrati carsicamente nell'anima di uno dei due club per poi affiorare allo scoperto con quella degli odiati cugini. Il derby, per loro, è sempre stato un frullato di sentori contrapposti.
Silvio Piola
Un uomo, un gesto acrobatico. Silvio Piola ne ha distribuiti generosamente su entrambe le sponde. Inizia con la maglia del Torino quando scocca la stagione 1943/44: 23 presenze totali, condite da 27 centri. Un bottino sontuoso. In bianconero approda nel 1945 e ci rimane fino al 1947. Qui i numeri sono discreti, anche se più appannati: 57 presenze, 26 gol.
Aldo Serena
Comincia anche lui con i granata, ingaggiato nella stagione 1984/85. Ariete dalle movenze eleganti, rimane in forza al Torino soltanto per una stagione, giocata però da titolarissimo: 35 presenze, 9 gol e un mucchio di sponde per i compagni. La scintilla di Aldo Serena con quell'attempata dama scocca subito dopo. Un paio di anni che lo consacrano, consentendogli di andare a bersaglio 36 volte in 71 presenze totali.
Christian Vieri
Tra il '90 e il '92 gioca per il Torino, mettendo via appena 9 presenze e 2 gol. Si tratta, evidentemente, di una versione ancora acerba di quell'ariete in grado di segnare caterve di gol negli anni successivi. Passa alla Juve nella stagione 1996/97. Qui i numeri sono decisamente in crescendo: Bobo la conclude con 37 presenze e 14 gol.
Fabio Quagliarella
Ed eccone anche uno che ha fatto il percorso inverso. Fabio Quagliarella è alfiere dell'attacco bianconero dal 2010 al 2014. Un fromboliere capace di fare specialmente le fortune di Antonio Conte con quei bolidi che esplodono d'un tratto, senza preavviso, da distanze spesso siderali. Alla Juve infilza i portieri avversari per 30 volte, su 102 presenze. Quella con il Toro è invece una storia di arrivederci e ritorni: prima dal 1999 al 2002, poi nella stagione 2004/05, quindi dal 2014 al 2016. In totale fanno 32 gol in 109 presenze.
Ciro Immobile
Oggi è tra i sovrani indiscussi in fatto di prolificità, ma nel 2008 - quando approdò alla Juventus, dove sarebbe rimasto fino al 2010 - Ciro Immobile era ancora un giocatore sottile, inesperto e sostanzialmente incapace di incidere. Con la maglia bianconera, di fatto, solo 5 presenze e nessun gol.
Altra musica a Torino, tappa evidente della sua fermentazione calcistica. Indossa la maglia granata nella stagione 2013/14 e dal gennaio 2016: 28 gol in 48 presenze. Ciro comincia a stappare qui la sua carriera da bomber.
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