Tutti ormai lo conoscevano per questa deriva un po’ macchiettistica che si era concesso a fine carriera, quella dell’alter ego di Tiziano Crudeli in tanti duelli di giornalisti-tifosi che animano certe trasmissioni sulle tv private. Ma Elio Corno per anni è stato ben altro, soprattutto in questo Giornale in cui era stato anche caporedattore allo Sport a cavallo tra i due secoli. Di certo Corno era un giornalista vecchio stampo, di quelli che - come si diceva un tempo nella nostra categoria - arrivavano dal marciapiede. Nel senso che era stato certamente cronista di razza, quando le notizie non ti arrivavano da Internet ma bisognava cercarle, uscendo dalle redazioni e andando in giro per il mondo. Nel suo caso il mondo del calcio.
In quegli anni Corno è cresciuto a una scuola che molti non ricordano nemmeno più, quella del vecchio Corriere d’Informazione, l’edizione del pomeriggio del Correrione, quella che usciva con le ultime notizie di giornata in concorrenza con La Notte. Altri tempi, testate spazzate via dall’ evoluzione tecnologica. Corno era partito da lì per poi approdare alla Gazzetta dello Sport a occuparsi di calcio, di Inter e di Milan, ma anche di calciomercato, specialità con cui arrivo’ al Giornale a fine anni Ottanta, per rimpiazzare Edi Signati passato in Gazzetta, in tempi (bei tempi…) in cui anche i giornalisti avevano ancora un loro fiorente mercato.
Al Giornale cominciò proprio così, come mastino del calciomercato, settore in cui bisognava avere il fiuto per la notizia, oltre alle conoscenze giuste. Ed Elio non se le è mai fatte mancare, le uno come le altre. E al Giornale fece carriera fino a diventare capo dello Sport nel ‘99, facendo finta di fare il burbero, magari prendendo anche di petto qualcuno, ma abile nel riconoscere i propri limiti di competenza in sport che culturalmente non gli appartenevano e a fidarsi di chi lavorava con lui.
Per tutti noi del Giornale di quei tempi, però, Corno fu soprattutto un mastino in un altro settore, quello del Comitato di redazione, in pratica l’organo sindacale dei giornalisti. In quel ruolo Elio diede veramente il meglio di sé facendoci ottenere concessioni oggi impensabili, tenendo testa a un altro mastino come il mitico dottor Crespi, l’amministratore delegato che sedeva sul fronte opposto.
Tante volte, nei suoi ruoli, Elio dava l’impressione - soprattutto a chi non lo conosceva bene - di prendersi molto sul serio. Ma poi veniva fuori la sua indole da ragazzo cresciuto per strada, come quando si lasciava andare a finte sceneggiate bistrattando qualche collaboratore o quando sfidò Franco Ordine nei 50 metri piani, correndo con i mocassini sull’asfalto di via Negri e finendo come ci si può ben immaginare…
Tifoso interista, ma ipercritico e pretenzioso con la sua squadra, come solo gli interisti doc sanno essere, Corno aveva anche raggiunto una sua dimensione televisiva ben prima delle ultime esibizioni da “duellante” tifoso. Perché era stato per anni ospite del Processo di Biscardi, il programma prototipo di tutte le risse da teleschermo secondo la geniale intuizione del suo ideatore.
E quella notorietà televisiva di oggi non poteva non far piacere a Corno, anche se bisogna ricordare che Elio era stato un pioniere delle tv private dove era approdato a fine anni Settanta conducendo trasmissioni come “L’ora di Mazzola” e “La panchina di Rivera” che anticiparono il coinvolgimento televisivo dei grandi campioni. Nel suo piccolo, anche Corno fu un precursore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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