
Mentre il momento nero dei rossoneri continua, la confusione sotto il cielo di Milanello aumenta sempre di più. Con la tifoseria in rivolta aperta e l’undici di Conceiçao che sprofonda in classifica, le voci sul futuro del club si moltiplicano senza soluzione di continuità. Dopo l’incontro a New York tra il numero uno di RedBird e l’ad Giorgio Furlani, fonti vicine alla dirigenza fanno intuire un cambio di rotta che potrebbe riportare al Milan un pezzo di storia. Invece di aspettare l’ultimo minuto, la scelta per il nuovo tecnico si sarebbe quindi orientata sul ritorno di Massimiliano Allegri, pietra angolare sulla quale ricostruire il club. Vediamo quindi quali sarebbero i pro e i contro del ritorno di “Acciughina” a Milanello e se le altre piste sono davvero tramontate.
Meglio agire d’anticipo
Farsi largo tra le tanti voci in uscita da Via Aldo Rossi è sempre complicato ma la Gazzetta dello Sport si dice certa che si tratti di un progetto concreto sul quale la dirigenza starebbe lavorando. Che la gestione Conceiçao sia stata un fallimento su tutta la linea è ormai un dato assodato, tanto da far sospettare che nemmeno la vittoria della Coppa Italia, unico obiettivo stagionale raggiungibile a questo punto, potrebbe evitare al tecnico portoghese un addio anticipato. Invece di perdere tempo inseguendo soluzioni affascinanti ma complicate o troppo costose, come fatto l’estate scorsa per poi accontentarsi di tecnici dal profilo basso come Lopetegui o Fonseca, il Milan sarebbe pronto ad agire d’anticipo.

Per far tornare ai vertici il Milan servirebbe quindi un allenatore esperto, che conosca bene la Serie A e come gestire la pressione in uno spogliatoio complicato. L’anno scorso la proprietà si fece spaventare dal prezzo di Antonio Conte o dello stesso Allegri, entrambi disponibili ma con pretese in termini di stipendio e mercato importanti, aprendo il fianco al disastro attuale. Alla fine, per risparmiare un centesimo si è finito per perdere tanti euro. Un errore da non ripetersi, specialmente visto che RedBird continua a cercare partner o compratori per sganciarsi da un’operazione che è sempre meno soddisfacente sia dal punto di vista sportivo che economico.
Allegri il “normalizzatore”
Il tecnico livornese, sempre più rimpianto dai tifosi della Juventus che l’avevano duramente criticato in passato, non piace a tutti ma è in grado di offrire una serie di garanzie non trascurabili. Allegri ha vinto parecchio, anche se solo in ambito nazionale ed è sempre stato in grado di gestire situazioni complicate dal punto di vista del personale. Considerato che lo spogliatoio rossonero è una bomba ad orologeria, un “normalizzatore” sarebbe un toccasana. Poco importa che le sue squadre non giochino il calcio più spettacolare al mondo: ora come ora il Milan ha bisogno di tornare a fare risultati, cosa che al toscano non è quasi mai mancata. Una stagione senza Champions e, Dio non voglia, senza Europa, sarebbe disastrosa non solo per il blasone del club ma soprattutto per il bilancio, unica cosa che interessa davvero alla proprietà.

Quel quarto posto che è obiettivo massimo e minimo allo stesso tempo è quasi una sicurezza per le squadre di Allegri, visto che non l’ha raggiunto solo nell’anno della penalizzazione della Juventus. Si può polemizzare a lungo sul “corto muso” o sul non-gioco delle sue squadre ma il livornese sa come si gestiscono campioni e rose piene di personalità forti. Considerato il disastro attuale e la rivoluzione che, con ogni probabilità, il Milan farà in estate, avere almeno un timoniere dal polso fermo sarebbe un grosso problema in meno per i rossoneri.
Minestra riscaldata o usato sicuro?
A giocare contro al ritorno di Max in rossonero c’è proprio il fatto che Allegri col Milan ha già fatto bene, tanto da vincere uno scudetto con Ibrahimovic come attaccante principale. Il toscano troverebbe poi il suo collaboratore Mauro Tassotti, che molti indicano come traghettatore nel caso Conceiçao non riuscisse a fermare l’emorragia di punti. Tra il tecnico e lo svedese sono volate parole grosse in passato ma di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. I critici fanno notare come il ritorno di Allegri alla Continassa sia stato deludente ma la situazione non è paragonabile, visto come la sua seconda gestione sia stata influenzata dalle vicende giudiziarie e dall’addio di Cristiano Ronaldo. Anche se il Milan sembra aver fretta di chiudere al più presto, molto dipenderà da come si scioglierà il nodo del direttore sportivo: sia Tari che Paratici, al momento i candidati più papabili, lavorerebbero volentieri con lui, apprezzando il fatto che, in quanto a richieste di mercato, il toscano non è tra i più intransigenti sulla piazza.

Al Milan troverebbe un gran numero di giocatori reduci da stagioni sottotono che potrebbero trasformarsi sotto la sua guida. Ad Allegri, poi, solleticherebbe il prestigio di essere il tecnico della seconda stella o, a Dio piacendo, vincere finalmente quella Champions che gli è sempre sfuggita in bianconero. A suo favore, poi, giocherebbe il fatto che non ci siano sul mercato altri tecnici altrettanto vincenti ed esperti.
Lo stesso Maurizio Sarri, contattato a suo tempo dal Milan e rimasto tuttora in stand-by, non offre le stesse garanzie mentre le soluzioni più affascinanti come Fabregas o De Zerbi non hanno mai guidato club prestigiosi, dove la pressione per vincere è asfissiante. Resta da capire se Allegri sarebbe davvero disposto a prendere la guida di un club alla deriva e rischiare di fare una figuraccia su una delle panchine più importanti al mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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