"Ora chi sbaglia paga". Il pugno duro del ministro sulla guerriglia ultras

Il ministro dello sport Abodi: "Non c'è cosa peggiore che definire tifoso un teppista che si scontra in autostrada, creando problemi alle persone perbene"

"Ora chi sbaglia paga". Il pugno duro del ministro sulla guerriglia ultras

Il calcio italiano resta sotto choc per gli scontri tra gli ultras di Napoli e Roma, avvenuti sull'Autostrada del Sole, tra Monte San Savino e Arezzo nei pressi dell'autogrill Badia al Pino est. Sembrava una domenica tranquilla per la Serie A poi la notizia improvvisa.

I fatti hanno riportato alla memoria quanto accaduto l'11 novembre 2007 al tifoso laziale Gabriele Sandri, rimasto ucciso nei pressi di quell'area di servizio di Badia al Pino, quando l'agente Luigi Spaccarotella - nel tentativo di sedare una rissa - sparò un colpo di pistola che però colpi lo stesso Sandri, in attesa di amici per andare proprio a Milano per assistere a Inter-Lazio.

"C'è una differenza abissale tra i tifosi che vanno allo stadio, in casa o in trasferta, per cantare, abbracciarsi, gioire o soffrire per la propria squadra e i delinquenti che si scontrano in una stazione di servizio autostradale, creando problemi alle persone perbene". Il ministro dello sport e dei giovani, Andrea Abodi, interviene duramente - con una dichiarazione all'Ansa - sugli scontri avvenuti sulla A1. "Non c'è cosa peggiore di definire tifosi quest'ultimi, non c'è errore più grande del fare di tutta l'erba un fascio. Nel 2023, paga chi sbaglia e mi auguro succeda anche per i teppisti che si sono scontrati oggi sull'A1".

Le altre reazioni dei politici

Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, commenta su Facebook: "Questi non sono tifosi. Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro e mai più allo stadio".

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che da prefetto di Roma adottò diverse volte prescrizioni per vietare le trasferte alle tifoserie ritenute a rischio, chiederà all'Osservatorio sulle manifestazioni sportive di valutare con la massima severità i prossimi eventi in programma.

Il sottosegretario Nicola Molteni, ricorda che una stretta c'è stata già con il secondo decreto sicurezza del 2019, che conteneva un inasprimento del Daspo. Ora, informa,"valuteremo se sarà necessario un ulteriore rafforzamento delle misure per distinguere il vero tifoso dal violento. Di certo - sottolinea -non possiamo accettare che si verifichino fatti come quello di oggi".

Sulla stessa linea il sindacato di polizia Siulp, che lancia un appello a Piantedosi"affinché si valuti, urgentemente, la reintroduzione di tutti gli strumenti già sperimentati per prevenire queste forme di violenza. A partire dalla tessera del tifoso sino alle partite a porte chiuse per quelle squadre le cui tifoserie si evidenziano per violenza e intolleranza".

"Gli scontri in autostrada tra tifosi del Napoli e della Roma sono inaccettabili. Ci auguriamo che le forze dell'ordine identifichino e puniscano come meritano i responsabili. Questi non sono veri sportivi! Roma e Napoli sono città amiche che dicono No ad una violenza senza senso". Così su Twitter i sindaci di Roma e Napoli Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi.

"Bloccata la A1 per evitare scontri tra le tifoserie della Roma e del Napoli, mentre il 5 gennaio dalla Curva Nord dell'Olimpico si sono levati i cori razzisti della tifoseria laziale. C'è ancora un ministro dell'Interno pronto a scagliare fulmini e saette per mantenere l'ordine pubblico e garantire la sicurezza?". Lo afferma Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione. "A questo mondo che trasuda violenza, il governo ha fatto qualche giorno fa un grazioso cadeau del valore di 1 miliardo di euro finito nei bilanci di società piegate dai debiti. Mi pare che la presidente Meloni si sia dimostrata pronta a far aumentare il prezzo dei carburanti ma del tutto impreparata a fronteggiare problemi di sicurezza e di ordine, tranne che non siano immigrati e partecipanti a rave party", conclude Napoli.

Il mondo del calcio

"Roma-Napoli è una storia che va così, non si risolverà mai più. Ci sono dietro troppi strascichi dopo la morte di Ciro (Esposito, ndr) e gli striscioni provocatori contro la mamma di un ragazzo che non c'è più". Gennaro Montuori, il Palummella del gruppo storico del Napoli "Commando Ultrà Curva B", commenta così all'Adnkronos gli scontri di quest'oggi tra tifosi del Napoli e della Roma che hanno costretto alla chiusura temporanea del tratto aretino dell'A1.

Palummella ricorda che "c'erano stati approcci" per ricomporre la situazione tra le due tifoserie dopo l'omicidio del giovane tifoso del Napoli, rimasto ucciso da un colpo di pistola sparato dall'ultras romano, Daniele De Santis il 3 maggio 2014, quando allo stadio Olimpico di Roma si stava per giocare la finale di Coppa Italia di calcio tra Fiorentina e Napoli.

"Anche la mamma di Ciro - sottolinea Montuori - mandò un appello. Ma ormai c'è poco da fare, impossibili eventuali passi indietro. Sono lontani i tempi in cui giallorosso e azzurro si mischiavano".

"Ormai siamo vecchi, mi sono battuto per anni, ho creato il gemellaggio - sottolinea l'ex capo ultrà - ma davanti a un morto è molto difficile sperare in una soluzione. Peccato non solo per noi, ma per il calcio tutto. La geografia del tifo è cambiata e confermo che non ci sarà più il derby del Sole, ne sono convinto conoscendo bene le due piazze".

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