Lele Adani in ginocchio, con un'invocazione a Diego Armando Maradona, prima del rigore decisivo che ha regalato all'Argentina di Leo Messi la vittoria contro la Francia nella finale dei Mondiali di Qatar 2022. Il commentatore della Rai, protagonista televisivo della Coppa del Mondo, sul suo profilo Instagram ha pubblicato il video che lo ritrae mentre Gonzalo Montiel calcia il penalty decisivo.
Piango Adani ha messo una storia della sua reazione al rigore di Montiel ahahahhahaha pic.twitter.com/bMbwQpSzYg
— Anti Pazzini (@mayoraltitolare) December 31, 2022
Una gioia indescrivibile per il protagonista della Bobo Tv, che ha accompagnato la cavalcata della nazionale argentina fino alla conquista della Coppa del Mondo con il suo supporto puro e genuino, ma che talvolta è andato fuori giri, travalicando il senso e la funzione della voce tecnica in telecronaca.
C'è chi lo critica aspramente e chi va matto per i suoi interventi, ma su un punto non ci sono dubbi, il protagonista dei Mondiali in Rai è stato soprattutto lui. La sua passione per l'Argentina, per Messi e per Maradona ha addirittura varcato i confini italiani, facendone (quasi) il talismano dell'Albiceleste. Al punto che l'esclusione dalla telecronaca di Argentina-Francia è diventata un caso.
Dagli albori delle telecronache, quelle essenziali, composte e istituzionali, per poi arrivare a Lele Adani. L'evoluzione delle telecronache, è stata davvero impietosa. In questo processo di trasformazione, l'ex difensore rappresenta l'archetipo 2.0 della seconda voce. Un modello in cui è il telecronista con urla, partecipazione e celebrazioni (spesso fuori luogo), il vero protagonista dei 90 minuti, è lui a calamitare le attenzioni dei telespettatori.
Una moda che potrebbe fare di sicuro tanti nuovi proseliti ma fino a quanto potrà durare? Il rischio che corre Adani è proprio questo, stancare i telespettatori, un po' come quei programmi che riscuotono grande successo e poi all'improvviso non funzionano più.
Le frasi di Adani
"Messi, Messi, Leo Messi: il sinistro migliore del mondo! Da Di Maria a Messi, dalla Bajada alla Perdriel: sempre Rosario, la città del calcio. Uno per l’altro, si sblocca la partita. Fútbol. Tutti in piedi per il miglior giocatore del mondo. Rispetto per il numero uno. Rosario città del calcio, per questo calciatore che troppe volte è stato criticato anche quando era al Barcellona. Arrivato sofferente da giovane, non ha mai dimenticato l’argentino, parla rosarino, sente l’argentino nel sangue. Ha pianto per la Selección ed è lui che la tiene in vita. La mistica che entra in campo, abbiamo nominato Diego dieci minuti fa. Con Diego dentro tutto è possibile, ecco il pianto dell’Argentina e gli occhi spiritati del miglior giocatore del mondo. Vamos".
"Messi, eccolo qui, mille e uno más. L’acqua in vino da quella posizione, l’abbiamo detto, mai lasciare libero Messi. Combinazione perfetta dell’Argentina e allora mille e uno más. Gli indici per nonna Celia, il più grande talent scout del mondo, che lo portava ad allenarsi nelle giovanili del Grandoli quando nessuno ci credeva. Prima di venire in Europa, al Barcellona. In quella posizione non si può dormire con Messi. È il miglior giocatore del mondo".
"Incredibile, tutti in piedi. La dinamica dell’impensato al fútbol, solo nel genio di Messi c’è una giocata così. Che riporta Maradona in un campo da calcio, dribbla tutti, anche i cammelli del deserto. Questo sta facendo Messi, slalomeggia lungo la linea laterale. Non lo vedono mai, non lo prendono mai.
Arresto, ripartenza, non c’è spazio, lo genera, lo inventa. Dribbla tutti gli uomini, elargisce amore attraverso una palla da calcio. Ridisegna i confini del suo destino. Influisce su tutti: compagni, avversari".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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