
Nemmeno Mario Monicelli, nel suo capolavoro Parenti serpenti, avrebbe immaginato quello che sta accadendo nella Juventus. Non la squadra ma ciò che capita a Thiago Motta e al club ha del ridicolo e grottesco. Ormai la fine del tecnico brasiliano è segnata, la prossima partita contro il Genoa è la stazione di arrivo. Voci mille, la dirigenza bianconera - Giuntoli Cristiano con la supervisione di Scanavino Maurizio - ha fatto casting, Pioli, pare anche Conte, Tudor, poi si è concentrata, si fa per dire, su Roberto Mancini, affare definito o quasi: quattro mesi più biennio se la squadra otterrà la qualificazione alla Champions League.
L'offerta iniziale era di un biennale immediato ma i conti del club non consentono ulteriori esposizioni, l'esonero di Motta avrà un costo pesante con l'arrivo del nuovo allenatore, nel caso di Tudor meno grave, ma Exor ha bloccato l'idea avventuriera dei manager che dopo aver bruciato Allegri si ripetono con Motta senza che nessuno in società fiati a proteggere il patrimonio, così come è accaduto dopo l'intervista di Tuttosport all'azionista di minoranza che ha criticato gestione e dirigenza. La farsa è soltanto all'inizio. John Elkann può chiuderla licenziando la compagnia teatrale come fece suo nonno Gianni Agnelli. «E la gente? Non ci avete pensato a cosa direbbe la gente!» (Parenti serpenti, 1992).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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