Mondiali in Qatar, dove può arrivare il Marocco?

Dopo il primo posto nel girone i Leoni dell'Atlante affrontano la Spagna agli ottavi di finale. Una sfida difficilissima che potrebbe, però, riservare qualche sorpresa

Mondiali in Qatar, dove può arrivare il Marocco?

Il Marocco è senza alcun dubbio una delle favole più belle della prima fase di Qatar 2022. Il primo posto nel Gruppo F, conquistato davanti a Croazia e Belgio, ha acceso l'entusiasmo di tutto il popolo marocchino, che mai come ora sta supportando i suoi beniamini.

Alla sesta partecipazione alla Coppa del Mondo, non è la prima volta che i Leoni dell'Atlante approdano gli ottavi di finali da primi nel girone. Era già accaduto a Messico '86 quando dopo aver sconfitto il Portogallo e pareggiato con Polonia e Inghilterra, si arresero col minimo scarto contro la Germania Ovest, nella prima partita ad eliminazione diretta. Stavolta però la squadra allenata da Walid Regragui non vuole smettere di stupire e sogna di raggiungere un risultato storico. Ma dove può arrivare questo Marocco, che agli ottavi si troverà di fronte la Spagna di Luis Enrique?

I punti di forza

L'ascesa della nazionale marocchina non può essere ritenuta una sorpresa. La qualificazione ai Mondiali ottenuta con sei vittorie su sei partite e soltanto un gol subito lasciava già presagire le grandi qualità della squadra. Del resto nella rosa attuale solo 3 elementi giocano in Marocco, la maggior parte in Europa, un buon numero nei top club. Tra tutti brilla la stella di Achraf Hakimi, una delle pedine insostituibili della squadra, con la sua folgorante velocità o con la sua abilità nei calci piazzati. L'ex Inter, insieme ad Hakim Ziyech, che ha ritrovato lo smalto dei tempi dell'Ajax, forma la migliore fascia destra vista finora al Mondiale. Ma non finisce qui. In porta Bono, da anni punto di forza del Siviglia, assicura esperienza ed affidabilità. Sulla corsia di sinistra la spinta di Noussar Mazraoui, terzino del Bayern Monaco e gli uno contro uno di Boufal assicurano imprevedibilità e inventiva. Amrabat cuore, cervello e muscoli della squadra e Sabiri con la sua eleganza e capacità di tiro, compongono un centrocampo di assoluto livello.

L'unica pecca, la mancanza di un grande realizzatore potrebbe essere sopperità dal centravanti En-Nesyri, che ha ritrovato il gol contro il Canada, dopo un periodo negativo con la maglia del Siviglia. Date per scontate le qualità della squadra, il problema semmai era la gestione di uno spogliatoio un po' anarchico. Il cambio in panchina avvenuto a meno di tre mesi dall'inizio dei Mondiali con l'approdo di Regragui in panchina sembra aver appianato ogni cosa. Il nuovo ct ha proposto un modulo 4-3-3 offensivo e ha incoraggiato la sua squadra a giocare con una linea avanzata, pressando nella metà campo avversaria. Ma a colpire è stata soprattutto la capacità dimostrata dalla squadra, nel leggere i momenti delle gara e fare sempre le scelte migliori. Del resto i risultati contro Croazia e Belgio non sono frutti del caso ma sono arrivati grazie ad un giusto mix di individualità e collettivo.

La sfida contro la Spagna

Agli ottavi di finale il Marocco si troverà di fronte la Spagna di Luis Enrique, una sfida ricca di significati anche per la grande rivalità, legata a questioni storiche e geopolitiche, che divide i due Paesi. Il pronostico della vigilia fino a qualche giorno fa poteva sembrare chiuso ma l'ultimo turno dei gironi potrebbe aver minato queste certezze. Nei primi due match le Furie Rosse avevano impressionato per gioco e collettivo, il black-out inaspettato nel secondo tempo contro il Giappone fa sorgere qualche interrogativo sulla tenuta degli spagnoli, bravi e belli da vedere nel fare la partita ma incerti in fase difensiva se attaccati in velocità.

Una partita che rappresenta un vero esame di maturità per il Marocco, che ha già dimostrato nel corso dei Mondiali di saper affrontare senza alcun timore reverenziale avversari di alto livello.

Anche stavolta i Leoni dell'Atlante dovranno alternare con prudenza le fasi di difesa e ripartenza, perché ovviamente sarà la Spagna a fare la partita. Per fare l'impresa serviranno coraggio, voglia di lottare su ogni pallone e anche un pizzico di fortuna. Del resto come insegnano questi Mondiali non esistono sfide impossibili.

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