I portieri leggendari per essere supereroi non hanno bisogno del mantello, ma di un paio di guanti. Peter Shilton, quei guanti magici, li ha indossati in 1.390 partite, 125 delle quali con la maglia della nazionale dei Tre Leoni; leoni che, con lui, diventavano quattro.
Perché Shilton un leone lo è stato davvero, ruggendo in ben tre mondiali (1982-1986-1990) con zero reti incassate in 10 match su 17 nel corso delle tre edizioni. Peter, orgoglio di papà Les, mamma May, della sua città natale Leicester e dell’intero Regno Unito. Peter Shilton e Ray Clemence, prima di diventare entrambi icone del football made in England, si contesero l’eredità di Sua Maestà Gordon Banks, fin quando Ray capì che il futuro si nascondeva nei guanti fatati di Peter e a metà anni ’80 chiese di non essere più convocato.
Ma quando l’ultra 40enne Shilton depose per sempre i guanti nel baule dei ricordi, si ritrovò a parare il tiro più maligno, quello della ludopatia: i poteri da «supereroe» avevano da tempo lasciato il posto alla dipendenza autodistruttiva dalle scommesse. Milioni di sterline bruciati e il cervello in fiamme.
«A salvarmi è stata la determinazione e l’amore di mia moglie Steph - racconta il portiere bandiera del Nottingham Forest (club con cui ha conquistato due Coppe dei Campioni) -. Insieme abbiamo scritto un libro e il titolo spiega il dramma in cui ero sprofondato: Saved: Overcoming a 45-Year Gambling Addiction. Una dipendenza durata 45 anni. Ne sono uscito grazie al sostegno di Steph e di una famiglia meravigliosa. Ma la battaglia continua: ogni giorno ci impegniamo per aiutare gli altri a non cadere nell’abisso dell’azzardo. Io l’ho provato sulla mia pelle e so cosa significa».
Oggi Shilton, 74 anni, molto stimato anche dalla Casa reale, è attivissimo sui social dove è seguito da migliaia di follower. Dopo l’ultima performance della nazionale inglese contro la Francia a tenere banco sono i pronostici per la finale europea di questa sera.
Peter Shilton, l’Inghilterra potrebbe vincere il suo primo campionato europeo. La Spagna ne ha già conquistati tre. Che finale sarà quella di stasera all’Olympiastadion di Berlino?
«Una finale fantastica. Con due squadre brillanti che finora hanno dato spettacolo».
Anche tre anni fa deste «spettacolo», ma poi in finale contro l’Italia perdeste ai rigori...
«In quell’occasione sfiorammo l’impresa, ma fummo sfortunati. Questa volta vinceremo noi».
Quali sono i punti di forza e i punti deboli di Inghilterra e Spagna?
«Per entrambe le squadre la pressione psicologica è il nemico principale. Ma Southgate e De La Fuente hanno a disposizione i giocatori più giovani e bravi del mondo».
Come il 17enne Yamal e il 21enne Bellingham...
«Due fenomeni. Esaltati però dalla qualità di tutti gli altri compagni di squadra».
Quella di Watkins entrato all’80esimo contro l’Olanda al posto del «monumento» Kane sembrava una sostituzione azzardata. Invece Southgate ha azzeccato la mossa vincente.
«Il gol di Watkins è stato bellissimo. Southgate ha creato un valido impianto di gioco e un ottimo spirito di gruppo».
Contro la Spagna, nel caso si andasse ai rigori, in porta ci sarà Jordan Pickford che già ha neutralizzato quello decisivo contro la Svizzera...
«Ho sostenuto e supportato Pickford fin dall’inizio della sua carriera. È sicuramente il mio erede. Non desidero altro che consegnargli i miei record».
Una vecchia ferita: il gol-beffa di Maradona in quel celebre Inghilterra-Argentina ai Mondiali di Messico ’86...
«Diego barò. Ma non lo ha mai ammesso, né ha chiesto scusa. Un atto grave, perché commesso da un fuoriclasse assoluto».
Al Guardian, rievocando l’episodio, lei dichiarò: «In quell’occasione il Var avrebbe fatto comodo...».
«Maradona sarebbe stato smascherato in pochi secondi. Invece recitò la parte alla perfezione, ingannando tutti. Protestai con l’arbitro, inutilmente. Impossibile dimenticare...».
Nessuna attenuante per la «Mano de Dios»?
«No, quel comportamento fu imperdonabile sotto il profilo etico.
Peter, qual è l’ultimo post che ha lasciato su X?
«Congratulation lads@England. YOU CAN WIN THE FINAL@EURO2024».
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