Alla fine, una fuga è riuscita ad arrivare fino al traguardo, garantendo all’ecuadoregno Richard Carapaz la prima vittoria di tappa in questo Tour de France. Se agli spettatori non sarà certo dispiaciuto il duello tra il ciclista sudamericano e l’inglese Simon Yates sulla salita finale, i veri fuochi d’artificio sono successi quasi otto minuti indietro, quando i primi tre della generale si sono dati battaglia fino all’ultimo. Nonostante il distacco importante, sulla penultima salita Tadej Pogacar mette un attacco secco e stacca nettamente sia Vingegaard che Evenepoel. Una volta ripreso, sull’ascesa che porta al traguardo di Superdévoluy a lanciare un’azione importante è Remco Evenepoel: stavolta la maglia gialla rimane alla ruota del danese, che finisce col perdere 12 secondi nei confronti del belga. Se il buongiorno si vede dal mattino, le ultime quattro tappe di questo Tour de France potrebbero offrire ancora tante emozioni.
Cort e Benoot vanno in fuga
Alla partenza la speranza di molti è che non si ripeta la grande noia della tappa di ieri, nella quale non è successo quasi niente per quattro ore. Al contrario del Giro, nel quale lo spettacolo non è mai mancato, quest’anno al Tour sono state parecchie le tappe nelle quali il peloton è stato fin troppo rilassato. Ritmo da subito importante ma pochi attacchi, almeno per i primi venti chilometri, corsi sopra i 50 km/h di media. Appena il vento cala un attimo, ecco che iniziano gli attacchi, con Van Aert e Geschke tra i protagonisti: tentativi interessanti ma poco fortunati, visto che vengono ripresi in pochi chilometri dal gruppo. Dopo il ritiro di un furibondo Lutsenko, a 120 chilometri dalla fine ecco che parte l’azione giusta: quando se ne vanno Cort, Benoot, Gregoire e Jungels riescono a guadagnare una quarantina di secondi.
Le fatiche dei giorni scorsi iniziano a farsi sentire e sono diversi i ciclisti a gettare la spugna, da Gaviria a Bennett ma il vero spettacolo è in avanti, dove il quartetto di testa risponde colpo su colpo ai tentativi del gruppo di ridurre il distacco. A 90 chilometri dall’arrivo, un altro quartetto composto da Laporte, De Plus, Romo e Burgaudeau si pone a metà strada tra i fuggitivi ed il peloton ma la mossa non ha molta fortuna, come quella che parte qualche chilometro dopo guidata da Ben Healy e Wout van Aert. Ad approfittarne sono i fuggitivi, che ora hanno circa 1’10” di vantaggio nell’avvicinamento al traguardo volante, dove un Girmay recuperato dalla caduta di ieri marca stretto Philipsen per difendere la sua maglia verde. Se i primi quattro posti se li assicurano i fuggitivi, Girmay riesce a battere il belga sul filo di lana, allungando di un punto nella classifica a punti. A 20 chilometri dalla prima salita di giornata, il Col Bayard, ritmo comunque importante: 48 km/h nonostante i 1.300 metri di dislivello già affrontati.
Yates c’è, Carapaz pure
Nell’avvicinamento al GpM di 2a categoria, un grosso gruppo di ciclisti decide di salutare il gruppo e partire all’inseguimento dei fuggitivi: se non ci sono uomini di classifica, diversi nomi molto interessanti tra i 43 atleti, da Thomas a Van Aert, da Bardet a Mas e Carapaz. A 42 chilometri dall’arrivo, proprio prima della prima ascesa del giorno, situazione più o meno cristallizzata: i quattro di testa avanti con un minuto di vantaggio sui 47 inseguitori, il peloton controllato dalla Uae Team Emirates è più indietro, a circa 4 minuti di ritardo. La salita sembra favorire il lavoro dei quattro di testa ma sulle prime rampe iniziano gli attacchi per frammentare il gruppone degli inseguitori. La mossa funziona, visto che sono diversi a perdere terreno mentre la distanza dal gruppo maglia gialla sale a sei minuti. Dopo essersi preso l’asta di una bandiera in faccia, Guillaume Martin si lancia all’inseguimento dei quattro di testa, seguito a ruota da Madouas. Quando si arriva al GpM, i quattro hanno 30 secondi sui due francesi ma il gruppone non ha mollato del tutto, visto che è solo una quarantina di secondi dietro.
Dopo la discesa ai fuggitivi toccherà affrontare la salita di prima categoria che porta al Col du Noyer ma, considerato che il gruppo maglia gialla è ormai a quasi sette minuti, la fuga ha ottime possibilità di giocarsi la vittoria di tappa. Sarebbe un evento abbastanza strano, visto che in questo Tour è successo solo due volte finora, nella Grand Depart alle strade bianche di Troyes. Appena la strada inizia a salire, Madouas e Martin sono a soli 20 secondi e potrebbero riprendere in fretta il quartetto di testa, che ha speso davvero tanto oggi. Quando i due francesi vedono i fuggitivi, alle loro spalle il gruppone sta salendo davvero bene: a 7 chilometri dallo scollinamento sono a poco più di 35 secondi di distacco. Simon Yates si stacca ed inizia a riportarsi sotto con decisione, seguito qualche minuto dopo da Carapaz e Williams. Prima che arrivino le rampe più dure della salita, il ciclista britannico riprende i fuggitivi e se li mette dietro con facilità: decisamente più difficile mettersi dietro l’ecuadoregno, che lo raggiunge a circa 3 chilometri dalla vetta per poi lanciare il contrattacco. L’inglese prova a reggere ma è costretto a lasciar andare Carapaz, che si invola verso la vittoria di tappa prima portandosi a casa i punti per la classifica scalatori, poi staccando ulteriormente Yates in discesa.
Pogacar ed Evenepoel attaccano anche oggi
Dopo l’attacco a sorpresa di Ciccone, se l’attenzione di molti è concentrata sulla cavalcata trionfale di Carapaz, il fatto di essere quasi dimenticato dalla regia internazionale non va a genio a Tadej Pogacar, che sulle rampe più dure della salita lancia un attacco deciso. Vingegaard ed Evenepoel rispondono subito ma faticano tantissimo a reggere il passo del cannibale sloveno, che ne ha più di tutti. Momento di crisi serio per il danese, che riesce comunque a riprendersi vicino al GpM ma il distacco nei confronti della maglia gialla è già di una ventina di secondi. Evenepoel scollina con una decina di secondi di vantaggio dalla maglia a pois mentre Pogacar non si volta più indietro e vola via a ritmi insostenibili per tutti. Yates accenna una rimonta nei confronti di Carapaz ma l’ecuadoregno ne ha di più sull’ultima salita che porterà a Superdévoluy. Vingegaard riesce a mettersi a ruota di Laporte che, aiutando il compagno di squadra Evenepoel, contribuisce a ridurre il distacco nei confronti della maglia gialla.
This is not a drill @TamauPogi attacks again (they are 8'21’ behind)
— Tour de France (@LeTour) July 17, 2024
Non ce n'est pas une blague @TamauPogi encore (ils ont 8'21" de retard) #TDF2024 pic.twitter.com/Os8t5Zcdvc
Nella lunga discesa, Pogacar si rialza sul manubrio, facendosi riprendere dai tre rivali ma il segnale lanciato agli avversari è arrivato forte e chiaro: quest’anno non ce n’è per nessuno. Più avanti Yates riesce ad evitare di essere ripreso da Enric Mas e chiude da solo alle spalle del vincitore di tappa Carapaz. Sull’ultima salita, prova ad attaccare anche Remco Evenepoel e guadagna un buon margine: visto che ha quasi 5 minuti di vantaggio sul belga, Pogacar rimane alla ruota di Vingegaard, invitando il danese a sprecare energie per riprenderlo. Il campione belga ha da recuperare 2’10” nei confronti del danese per scippargli il secondo posto a Nizza e gli ultimi chilometri vivono della sfida a distanza tra i primi tre della generale. Evenepoel raggiunge il compagno di squadra Hirt mentre Benoot e Van Aert stanno aiutando Vingegaard, con Pogacar sempre alla ruota. Alla fine la maglia gialla attacca negli ultimi metri ma i distacchi non sono molto significativi: Evenepoel rosicchia solo 12 secondi a Vingegaard, non male considerato che il danese sembrava davvero in crisi.
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— Tour de France (@LeTour) July 17, 2024
La classifica
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La tappa di domani
Prima delle tre tappe da brivido che forniranno tutte le risposte al Tour 2024, la 18a tappa vedrà la carovana gialla affrontare una serie di vette “minori” ai piedi delle Alpi, come per scaldare i motori prima delle battaglie vere e proprie.
La tappa non sarà certo semplice ed offre parecchie salite non banali ma i leader di
classifica probabilmente non avranno voglia di sprecare troppe energie. Se Vingegaard probabilmente aspetterà ad attaccare, una fuga da lontano potrebbe riuscire ad arrivare fino al traguardo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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