!["Troppe partite e impegni? I giocatori la smettano di lamentarsi". Lo sfogo di Rummenigge](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2017/04/19/1492609836-rummenigge.jpg?_=1492609836)
I più giovani ovviamente non lo hanno mai visto giocare, anche se possono ovviare guardandosi qualche video su Youtube. Tra la metà degli anni Settanta e la fine degli Ottanta Karl Heinz Rummenigge è stato uno dei calciatori tedeschi più quotati, attaccante di razza, un vero e proprio "panzer". Ha vestito la maglia di soli tre club, Bayern Monaco, Inter e Servette, realizzando in tutto 220 gol, più i 45 messi a segno con la maglia della nazionale tedesca, con cui ha vinto un Europeo (1980) e ottenuto due secondi posti (1982 e 1986).
Nella sua seconda vita ha fatto (e tuttora fa) il dirigente sportivo, dopo una parentesi iniziale di qualche anno come commentatore in tv. Dietro alla scrivania ha dimostrato grandi doti manageriali e la stessa tenacia che dimostrava in campo.
In un'intervista a Sportbild "Kalle" (come lo chiamavano i tifosi) ha commentato il nuovo format del Mondiale per Club: "È un miracolo mondiale. Per molto tempo la Coppa del Mondo per Club è stata una competizione priva di emozioni e ora questa situazione è destinata a cambiare con la nuova modalità". La vecchia formula "con sette squadre in inverno era noiosa: come vincitore di una Champions League, si volava là e si sapeva già che si sarebbe tornati con un altro trofeo nel bagaglio. Tutto ciò che è programmato e non emozionte non raggiunge i tifosi".
Rummenigge promuove a pieni voti, dunque, la riforma del torneo: "Il fatto che la Fifa introduca ora la nuova Coppa del Mondo per Club equivale a un miracolo mondiale: per la prima volta, una competizione per squadre nazionali, la Confederations Cup, è stata abbandonata a favore di una competizione per club".
Inevitabile una domanda sulle polemiche sollevate da alcuni giocatori per il carico di lavoro aggiuntivo. Kalle dice che "dovrebbero smettere di lamentarsi. Tutte le trattative contrattuali a cui ho assistito con noi vanno sempre e solo in una direzione: sempre più in alto, sempre più lontano, sempre più veloce. Ma tutti quei soldi devono arrivare da qualche parte".
L’amministratore delegato del Bayern ha aggiunto: "Ma i giocatori e i loro consulenti chiedono di più, quindi non si tratta solo del due per cento. Allora i soldi devono provenire da altre competizioni, come la nuova Coppa del Mondo per Club in estate. È questa la trappola che i giocatori si sono imposti".
Rummenigge è critico (e per certi versi preoccupato) per lo sviluppo del mondo del calcio; "Se continua così, il calcio sarà l’unica industria al mondo che non produce più profitti, ma solo perdite. Ci stiamo dirigendo tutti verso un muro e nessuno è disposto a chiudere il gas".
Ma cosa si potrebbe fare per cercare di salvare il mondo del pallone? Rummenigge qualche idea ce l'ha: "Se un giocatore dell’FC Bayern guadagna solo 15 milioni di euro invece di 20 milioni, continuo a pensare che sia una cifra folle, se mi permettete il gioco di parole". E il tanto contestato (in passato) progetto della SuperLega: "Così come era stata progettata in origine con i top club di Inghilterra, Spagna, Italia, Francia e Germania, non esisterà mai. Perché nessuno vi parteciperà, a parte il Real Madrid e il Barcellona. Quello che stanno facendo ora: avvicinarsi ai club di seconda fascia. Ma poi non sarà una Super League".
Da non sottovalutare l'autocritica al suo Paese: "In Germania dobbiamo smettere di credere che solo il nostro catalogo di valori debba essere imposto al mondo intero.
I politici e, purtroppo, anche il calcio - e gran parte dei media - stanno commettendo questo grande errore. Franz Beckenbauer diceva sempre: ’Se punti il dito contro gli altri, quattro dita puntano contro di te". Parole sagge, non solo per il calcio.
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