
Quattordici anni di carcere per omicidio volontario. Cubaa Bilel, tunisino irregolare di 28 anni tuttora detenuto, è accusato dell'uccisione a mani nude di Yuri Urizio, 23enne italiano morto nella Terapia intensiva del Policlinico alcuni giorni dopo l'aggressione avvenuta il 13 settembre 2023 sulla Darsena. Il giovane non si era mai ripreso dal coma.
La vittima, originaria di Como, faceva il cameriere a Milano. L'imputato si era giustificato dicendo di voler proteggere una ragazza cui la vittima aveva dato fastidio, ma la sua versione è stata poi smentita. Secondo il gip Angela Minerva, che aveva emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell'indagato, per oltre 7 minuti, «tra le 3.52 e le 3.59» del mattino Bilel ha soffocato con una «stretta a modo di tenaglia» al collo con el braccia il 23enne. Risulta dalle testimonianze e dalle immagini delle telecamere di sorveglianza. La condanna è stata inflitta ieri al 28enne dalla corte d'Assise. I giudici hanno inoltre disposto l'espulsione dell'uomo, una volta scontata la pena. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni. Il pm Luca Poniz aveva appunto chiesto una pena di 14 anni di reclusione, mentre la difesa dell'imputato aveva chiesto (invano) che il reato fosse riqualificato in omicidio preterintenzionale.
L'imputato ha potuto beneficiare dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato. Non gli era contestata alcuna aggravante, né gli sono state concesse le attenuanti generiche. Rispondeva dunque di omicidio volontario «semplice». Il rito alternativo è stato reintrodotto dalla Corte, dopo che a suo tempo il gip lo aveva respinto. In questo modo il processo si è svolto con le modalità dell'abbreviato, senza dibattimento, ma davanti all'Assise e non davanti a un gup.
La madre della vittima, parte civile del processo rappresentata dall'avvocato Fabio Gualdi, si aspettava una condanna più «di giustizia». Spiega il legale: «Purtroppo ho dovuto spiegarle i tecnicismi del procedimento, che lasciavano pochi margini in relazione alla condanna finale. Nel momento in cui la Procura ha deciso, fin da subito, di non contestare aggravanti, c'è stato poco da fare...». L'avvocato di parte civile aveva chiesto (anche lui invano) che all'accusa venissero aggiunte alcune aggravanti, tra cui i motivi abietti e futili.
Ieri in aula l'imputato ha fatto dichiarazioni spontanee, chiedendo scusa alla madre del ragazzo ucciso. I giudici avevano disposto una perizia psichiatrica, che ha comunque stabilito la piena capacità di intendere e volere di Bilel. La sentenza ha stabilito una provvisionale a favore della parte civile di 200mila euro.
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