Cammarata: "Ho vinto anche contro il governo"

Parla il rieletto sindaco di Palermo: "La nostra città può essere la capitale del Mediterraneo. Ora chiederò una legge speciale al governo". Intanto, dopo il flop elettorale in Sicilia, la sinistra trova il colpevole: "Rovinati da Padoa-Schioppa"

Cammarata: "Ho vinto  
anche  contro il governo"

Palermo - La telefonata del presidente Prodi è stata una sorpresa «piacevole» per Diego Cammarata anche perché non è stata frutto di mediazioni politiche dei parlamentari o dei viceministri siciliani ma nasce semplicemente da un rapporto di amicizia che il sindaco svela con una punta di orgoglio. È stato Daniele De Giovanni, il numero uno del gabinetto del premier, palermitano ma da anni nello staff di Prodi a chiamarlo per complimentarsi, e subito dopo gli ha passato al telefono Romano Prodi, a cui Cammarata strappa subito la promessa di un incontro per affrontare «senza pregiudizi» i complessi bisogni della città di cui è nuovamente sindaco.
Sindaco, incoraggiato da questa telefonata, aprirà subito un tavolo a Roma per realizzare un piano sullo sviluppo della città?
«Non parliamo di tavoli, per carità! Chiamerò tutti i palermitani che occupano posti di rilievo fuori dalla Sicilia per coinvolgerli in un grande piano strategico, e proporrò una legge speciale bipartisan su Palermo di cui intendo parlare con il capo del governo. Punto a una legge come quella di Roma capitale».
Come spera di convincere Prodi?
«Farò la mia parte che è quella, lo ripeto, di essere il sindaco di una grande città del Sud. E voglio esserlo di tutti, anche di chi non mi ha votato, così spero che i parlamentari del centrosinistra curino gli interessi di tutti e non di una parte. In ogni intervista dell’Ulivo e degli altri di sinistra ho sentito parlare della necessità di un dialogo istituzionale. Io sono pronto».
Chiederà l’appoggio e la mediazione dei siciliani che stanno al governo con Prodi?
«A parte il fatto che sono pochissimi, non credo che il sindaco di Palermo abbia bisogno della mediazione di alcuno. I politici siciliani del centrosinistra sono scomparsi o sono stati trattati a pesci in faccia. Sono sicuro che Prodi sarà disponibile a un confronto diretto per discutere su come garantire che Palermo sia la capitale dell’area mediterranea, in vista dell’avvio nel 2010 dell’area di libero scambio. Sarà una scommessa che ci coinvolge tutti, destra e sinistra».
Cosa risponde a Orlando e alle sue accuse sui brogli elettorali e sulle illegalità diffuse che, secondo lui, sarebbero state messe in atto da lei e dalla sua maggioranza?
«Orlando nel bene e nel male ha rappresentato un pezzo di storia importante di questa città, lo riconosco. Mi dispiace che abbia reagito così alla sconfitta; speravo l’accettasse con dignità. È libero di fare quello che vuole, ci sono gli strumenti per le eventuali verifiche giudiziarie, ma i numeri sono argomenti testardi, sono avanti di 31mila voti. La sua mi sembra una reazione sciocca e patetica».
L’onorevole Fassino si è premurato di affermare che in Sicilia non c’è stato un voto contro il governo Prodi...
«Io credo invece che la mia vittoria sia un segnale forte contro un governo nazionale che sta mal governando nel Paese ma soprattutto nei confronti della Sicilia e di Palermo. Questa vittoria è importante perché i palermitani hanno scelto tra due metodi di governo: uno del passato e quello del riconoscimento delle opere realizzate. Il mio slogan contro quanti mi accusavano, Orlando in primis, di essere invisibile, è stato: “Il sindaco un passo indietro, la città un passo avanti”. Mi è stato riconosciuto che ho reso la città più visibile e io ho goduto di questa visibilità».
Ha dedicato questa vittoria a Berlusconi, non le sembra retorico?
«Affatto, mi sembra doveroso. Berlusconi mi ha dato la possibilità di crescere in un partito libero. Gliela dedico per tutto quello che gli fanno subire: dalla legge sul conflitto di interessi a quella ammazza-Mediaset. Ma la dedico anche a Miccichè, perché senza di lui cinque anni fa non sarei stato candidato.

E non posso certo dimenticare Totò Cuffaro, alleato leale, grande governatore che non ha mai fatto mancare alla città il suo supporto».
Il suo primo gesto da nuovo sindaco?
«Chiederò un incontro con l’arcivescovo, monsignor Paolo Romeo, per chiedergli aiuto per governare meglio la città».

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