Cannes, il festival arriva nelle sale dei cinema

Cannes, il festival arriva nelle sale dei cinema

Trenta metri di spiaggia, grandi alberghi, palme, una «promenade» lunga due settimane, così la Croisette continua ad essere una leggenda lunga 3 chilometri. Quel selciato ancora per poco territorio di vere stars. Ora si incontrano starlette. Sono lontani i tempi in cui si poteva incontrare lagiovane Brigitte Bardot in bikini a quadretti rossi o blu, l’esaberante Belmondo, il discreto e affascinante Mastroianni, la florida Lollò... Oggi attori e attrici relegati alle regole dello star system sono chiusi in alberghi bunker o su yacht.

La Rossa Sala del Palais, l’irraggiungibile Olimpo di un Festival divenuto virtuale arrivato al suo 62° compleanno. E mentre si moltiplicano film e documentari anche per la tv, nonchè grandi punti vendita di dvd, il businnes che prosegue nei giorni successivi alla consegna della Palma d’Oro, sforna edizioni e nuovi riconoscimenti. Rivalità e tanti premi in passato per i registi italiani, quest’anno meno fortunati. Un tam-tam che da oggi è arrivato anche a Milano con l’iniziativa dell’Agis Lombardia in collaborazione con la Provincia di Milano, «Cannes e dintorni», all’Anteo, Colosseo, Plinius e Spazio Oberdan, quasi in simultanea con i migliori successi, in nome di un’antica devozione della leggenda sempre meno Mecca della cultura e sempre più vetrina di un kitsch di lusso.

E a parte una «Coco avant Chanel» e «Settimo cielo», la chermesse è incentrata dal 10 al 16 giugno con 26 titoli tra i quali «Les herbes falles» di Alain Renais, «Looking Eric» di Ken Loch, «Un profete» di Anneaux, e «Il nastro bianco» di Micol Hanoke. I film in lingua originale sono sottotitolati. Biglietti 7 Euro, abbonamento 30 Euro. Stilisti, produttori,, giornalisti, attori e registi, continuano ad affollare la baia sulle cui spiagge davanti all’Hotel Carlton la B.B. si stendeva sul pontile pronta a essere fotografata. Famosa una sua scena di quando si fece trovare chiusa dentro a una scatolone quasi nuda che si aprì a sorpresa dei paparazzi di mezzo mondo. Quest’anno a incarnare la bella Bardot è Letizia Casta (a Cannes presente con un altro film «Visage» di Tsai Ming-Liang) che ne assume le sembianze nel film «Serge Gainsbourg, vie èroique» di John Sfarr, dove viene ricordata la storia d’amore tra la Marianna di Francia e il trasgressivo cantautore Serge Gainsbourg: «La bella e la bestia» sintetizzarono sui giornali dell’epoca. «Nel cast c’erano l’Ardant, Léaud e Baye e il regista tailandese, un uomo incredibile, quando abbiamo sfilato in passerella, mi sono sentità Salomé da tanto ero nevroticamente emozionata», spiega la Casta. «I giorni sul set per Gainbourg sono stati pochi ma intensi, l’ho fatto con gioia, consapevole che è impossibile assomigliare a B.B. Sono al quinto mese di gravidenza e al terzo figlio. Nel nostro mondo non bisogna dire che aspetti un bambino altrimenti non lavori, è una follia!», prosegue la Casta e aggiunge: «La Bardot mi ha detto che ci saremmo incontrate prima di girare il film ma poi non si è più fatta vedere, ma mi ha chiamata al telefono e abbiamo parlato a lungo. Ero già in cinta quando giravo e finito ho detto “ciao! Accorsi aveva accettato di seguire “L’ultimo bacio di Muccino e per me è stato importante. Oggi mi sento donna perchè so tenere per mano mio figlio, ma anche il cinema è importante. Sono la prima che smitizzo la mia sensualità parlando di favole come faccio con i figli. Anche due uomini possono adottare dei figli, perchè no?! Ci sono tanti orfani».

Al 62° Festival di Cannes tra le giurate l’imperativo era anche l’abito, rigorosamente nero e bainco. E dunque a chi la Palma dello stile? Ad Asia Argento, Isabelle Huppert (per la quarta volta presidente), Angelina Jolie, Shu Qi con il fil del cinese Hou Hsiao Hsien che ha sfilato sul red carpet di Roberto Cavalli, Sharmilla Tagore, altra zarina di Bolliwood con un meraviglioso sari verde pallido? Dalla gara non sono esenti gli uomini, attori, registi e giurati. Johnny Deep senza dubbio ha colpito per la sua stravaganza e trasformismo in scena come sulla passerella grazie al suo film di grande immaginazione e fantasia che certamente riepirà le sale e poi ancora per premi in nome del gusto André Techiné, Xavier Beauvois, Roschdy Zem, Rachib Bouchareb e Jamel Debbouze, quarantenne, ex venditore di jeans nei mercati francesi che ha presieduto la giuria che ha presieduto la Camera d’Oro.

Con personaggi di questo calibro che bisogno c’era dell’eleganza di Brad Pitt? Da Festival colto che aveva come presidenti Jean Cocteua, Jean Jone, George Simenon, il 62° Festival è diventato sempre più una macchina economica equamente divisa tra Europa, Sud-Est Asiatico e Hollywood. E tuttavia la magia della Croisette resiste e Cannes rimane una leggenda.

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