Capital Money a pieni giri I piani di sviluppo

L’ad Cancarini: «Il mercato dei mutui cresce e noi guardiamo con attenzione al Centro e al Sud»

«Il mercato dei mutui cresce e noi puntiamo sul suo ulteriore sviluppo, soprattutto al Centro e al Sud». Federico Cancarini, amministratore delegato di Capital Money, società di mediazione creditizia capofila di un gruppo di aziende che operano nel finanziamento immobiliare e nel credito personale, non ha dubbi: «Ci sono ancora molte zone in Sardegna, Sicilia, Campania, come pure in Abruzzo e Molise, che presentano incrementi percentuali particolarmente sostenuti. E poi, finché la rata del mutuo resterà più conveniente del costo mensile di un contratto d’affitto, il mercato segnerà sempre positivo».
Lo scorso anno Capital Money ha intermediato mutui per circa 450 milioni: quale risultato si attende per il 2007?
«Nei primi tre mesi dell’anno abbiamo registrato un incremento di quasi il 50% rispetto al trimestre iniziale del 2006. Contiamo di chiudere il 2007 con un erogato prossimo ai 700 milioni, per un utile ante imposte più che raddoppiato, a circa 3 milioni».
Merito anche di una presenza più capillare sul territorio?
«La rete degli sportelli operativi continua a crescere: quest’anno sono circa un terzo in più. Disponiamo di 30 punti vendita diretti e 47 in franchising; e a questi si aggiungono le 49 agenzie finanziarie della controllata Prestifamily, che opera nel comparto dei prestiti personali».
Quali sono i prodotti più richiesti?
«Soprattutto i mutui di liquidità, seguiti a ruota dai finanziamenti di ristrutturazione del debito; ma anche i mutui casa, che rappresentano tuttora una quota prossima al 70% del fatturato, mostrano una dinamica positiva. Il nostro business è in crescita in tutti e tre i segmenti».
Il profilo della vostra clientela sta cambiando?
«Da sempre ci rivolgiamo ai cosiddetti subprime, lavoratori dipendenti e a progetto, autonomi e precari. Non ci sono grossi cambiamenti, se non che poco meno di un cliente su dieci è un lavoratore immigrato. Il resto della clientela è composta da chi presenta situazioni complesse, che la banca di norma non risolve, come per gli immobili non “sanati”, frutto di donazioni, mutui che prevedono contratti ad hoc e problematiche analoghe».
Quale impatto avrà il decreto Bersani sul mercato dei mutui?
«Il decreto rilancia la concorrenza, ma non tutti i segmenti del mercato potranno beneficiarne. L’azzeramento delle commissioni di estinzione del debito e la portabilità del finanziamento sono misure positive, che favoriscono senza dubbio la clientela migliore e più solvibile. D’altro canto, però, annullano altrettante garanzie per le banche, che probabilmente restringeranno i perimetri di finanziamento e saranno più selettive: in altre parole, bisognerà vedere quante decideranno di concedere mutui a clienti subprime, col pericolo di non rientrare dei costi».
La norma non può obbligare le banche ad assumersi rischi che non vogliono correre...


«Sì, tanto più se la finanziabilità di clienti “border”, come i giovani autonomi o con contratti a progetto, oppure i lavoratori extracomunitari, è legata alla possibilità per la banca di recuperare entro un triennio gli oneri del finanziamento. Basta pensare al caso dei riscatti del mutuo, magari perché l’immigrato decide di rientrare in Patria. Ecco perché è probabile una selezione più rigorosa».

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