Il capitano si difende: "Quella roccia non c'era sulle mappe nautiche"

Il comandante Francesco Schettino era al timone al momento dell'incidente: "Eravamo in rotta turistica come al solito". VIDEO

Il capitano si difende: "Quella roccia non c'era sulle mappe nautiche"

Errore umano o guasto tecnico? È ancora mistero sulle cause dell'incidente alla Costa Concordia. Il comandante Francesco Schettino, al timone della nave al momento della collisione secondo la compagnia, prova a difendersi dalle accuse. Intervistato da Tgcom24, il capitano sostiene che l'imbarcazione viaggiava su una rotta turistica consentita, a 5 miglia dalla costa come richiesto dalle misure di sicurezza: "Stavamo navigando sotto costa, lungo una rotta turistica quando la nave ha urtato su un fianco una roccia che non era segnalata sulla carta nautica, che in teoria lì quella roccia non ci doveva stare".

Eppure non era la prima volta che la Concordia navigava nel canale tra l'isola del Giglio e Porto Santo Stefano, sull'Argentario. L'imbarcazione avrebbe avuto, secondo il comandante, un margine di 12 miglia, tra Est e Ovest, che le consente tanto il passaggio al largo dell’isola, quanto, com’è avvenuto stanotte, all’interno.

Allora cosa è successo? "È successo che mentre navigavamo, con navigazione turistica", spiega Schettino, "come si evince dallo squarcio c’è stato uno spuntone laterale che fuoriusciva dalla roccia e anche se navigamo sotto costa per navigazione turistica credo fermamente che la roccia non era segnalata in quanto la nave non è andata di prora, ma lateralmente come se sott’acqua ci fosse questo spuntone. Non so se rilevato o non rilevato, ma sulla carta rilevava che c’era acqua a sufficienza sotto di noi.

Oltre 100 metri dagli scogli, 150, 200, sarà stato su 300 metri circa, più o meno, non dovevamo avere questo contatto".

A quel punto il capitano ha dovuto "fare una scelta per poter favorire i soccorsi". E i suoi uomini sono stati "gli ultimi ad abbandonare l’imbarcazione, assicurandosi prima di salvare i passeggeri"

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