Da una parte la tradizione ultracentenaria, dall'altra la visione contemporanea e intelligente delle nuove generazioni: negli ultimi sette anni la Lubiam di Mantova si conferma un player importante nell'ambito della moda maschile made in Italy con un trend di crescita che l'hanno portata a toccare i 54 milioni di euro di fatturato nel 2017, ovvero +4% rispetto all'anno precedente e ottime performance nell'export. Il gruppo cui fanno capo la linea sartoriale Luigi Bianchi Mantova, la L.B.M. 1911 e la Lubiam 1911 Cerimonia, vede tra i paesi di sbocco il Canada, che continua la sua straordinaria crescita (+31%) e poi Francia e Giappone che si confermano mercati importanti, così come l'Olanda. In espansione all'estero anche il marchio Lubiam 1911 Cerimonia, la collezione dedicata al mondo dello sposo e delle occasioni importanti; tradizionalmente legata al mercato italiano, è in arrivo con il 2018 anche in nazioni chiave come Spagna, Francia, Germania e Austria. Magnifica anche la crescita del servizio Su Misura che si attesta su un +27%. Storicamente applicato alle linee sartoriali Luigi Bianchi Mantova Sartoria, Luigi Bianchi Mantova Flirt e Lubiam 1911 Cerimonia, vede nuovi investimenti con l'apertura anche al mondo del tinto capo L.B.M. 1911. Sulle nuove proposte L.B.M. 1911 per il prossimo inverno presentate a Pitti Uomo ecco cosa ci anticipa Giovanni Bianchi amministratore delegato e responsabile ufficio stile.
Parole chiave del prossimo inverno?
«Leggerezza ed esclusività. E soprattutto prodotti intelligenti».
In che modo?
«Senza entrare nelle logiche dello sportswear, abbiamo messo a punto capi più moderni, stimoli per un consumatore che desidera cambiare il proprio guardaroba senza rinnegare i saldi principi dell'eleganza».
Proposte per un uomo multitasking?
«Certamente gli dedichiamo modelli trasversali realizzati con filati speciali ottenuti attraverso trattamenti più tecnici. Abbiamo utilizzato filati pregiati tra i quali anche il cashmere e li abbiamo resi antiacqua e decisamente più performanti anche sotto il profilo della regolazione termica».
Una doppia identità?
«Usiamo membrane interne molto tecniche e lievi ovatte per riscaldare e aumentare la temperatura di giacche e cappotti ma all'esterno l'ottica rimane formale».
Com'è il nuovo cappotto?
«Ha un'anima più confortevole, è leggero, si è allungato almeno fin sotto al ginocchio. In questo modo slancia la silhouette e si propone in una versione che grazie ai volumi più comodi, consente una maggiore facilità nelle sovrapposizioni».
Abiti e giacche?
«Esteticamente impeccabili, intimamente intelligenti. Hanno un'indole travel, sono realizzati in fibre scattanti e in tessuti che non si stropicciano in valigia, vantano trattamenti antiacqua, antimacchia, termoregolatori che creano un confortevole microclima interno. E per di più sono avvolti in un packaging pronto per i bagagli del viaggiatore cosmopolita».
Come cambia il pantalone?
«Abbiamo preso il nostro modello di sartoria come esemplare su cui ridisegnare i nuovi volumi partendo da una cura estrema della parte superiore che diventa più confortevole: pince alla francese, ovvero rovesciata verso l'interno, laccetti stringi vita, cintura più alta. Il fondo rimane invece sempre di 18,5 centimetri. Risultato? Un capo slanciato e non imbalsamato».
Tessuti di culto?
«Il velluto a coste cinquecento righe che esalta i nuovi colori e fa dimenticare, grazie a una morbidezza che al tatto offre la sensazione del misto cashmere, quelli incartapecoriti di una volta. Come sempre abbiamo lavorato con i più prestigiosi tessutai italiani per mettere a punto una collezione esclusiva, basata sull'eccellenza nella selezione delle materie prime e sull'innovazione nei trattamenti e nei lavaggi».
Il colore simbolo di questa stagione?
«Il blu pavone. Ma intriganti sono anche il rosso coccio che è un marrone caldo aranciato, il bordeaux e il burgundy».
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