Cari tabloid non disturbate il ct manovratore

Niente gossip, sono Capello. Detto senza il suo grugno duro, ma con la penna morbida di Adrian Bevington, direttore della comunicazione della federazione calcistica inglese. Non c’è dubbio, Mr (vedi mister) Capello vuol far subito storia nel calcio che lo ha eletto ct fra mugugni e risolini, tra speranze e scetticismo. In sintesi ha chiesto, tramite una lettera firmata dalla federazione e inviata ai capi settore dei quotidiani britannici, di lasciarlo in pace, di non entrare nella sua quiete familiare, di non andare a rovistare nel cesto della biancheria, sporca o sgualcita. «Mr Capello e la famiglia tengono molto alla privacy, avendo discusso molto con i nostri legali e con la Press Complaints Commission (commissione per il corretto svolgimento dell’attività giornalistica ndr)... Mr Capello e signora desiderano che le loro vite e i loro affari non siano oggetto di reportage invasivi».
Eriksson ha fatto scuola, anche se lo svedese è bricconcello quando si tratta di donne e affini. Non avrà fatto divertire gli inglesi con la nazionale, ma c’è riuscito in altro senso. E i «famigerati» tabloids d’Oltremanica hanno sguazzato fra le lenzuola dei suoi letti e fra i memoriali delle sue amanti.
Capello è un uomo di mondo, ma con scarso sense of humour: ha l’avvocato in casa, probabilmente non è un farfallone come Eriksson (mai dire mai) e la pace familiare non sarà a rischio. Però si è voluto premunire, ben sapendo che le sue esperienze in Italia e in Spagna, alla voce rapporti con la stampa, rischiano di essere storie da educande rispetto ai bombardamenti inglesi dove spazzatura e verità spesso si confondono. I tabloid sono bravissimi nel metterti alla berlina o nello scovare storie nascoste. Il novello ct se n’è accorto appena firmato il contratto, gli è bastato comprare un pacco di giornali per ritrovarsi nella foto in cui compariva con tanto di tutù: ricordo di una comparsata per beneficenza al circo.
Il Times ha definito «senza precedenti» questa operazione della federazione. Ed, in effetti, nessun ct, forse nel mondo, ha goduto di siffatta lettera d’accompagnamento per i rapporti con la press.
Ma l’ex Don Fabio è un duro: ha promesso di saper parlare in inglese al primo incontro con la squadra, vuol convincere d’essere l’uomo giusto al posto giusto e nel momento giusto, ha dimostrato di non perdere tempo. Ha passato le vacanze natalizie a Marbella, il buen retiro spagnolo, in compagnia di un professore di lingua e ha anticipato lo sbarco in Inghilterra per sottoporsi ad un tour de force: vuol vedere partite (ieri Aston Villa-Manchester United 0-2, gol di Ronaldo e Rooney) nelle quali studiare e osservare.

Ha stabilito con la federazione un decalogo per le interviste (dove, quando, perché?), per ora lascia che gli inglesi si divertano a discutere moduli e trovate della sua era da ct. Per tutti quel cartello (meglio la lettera) fuori della porta: non disturbate il manovratore.

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