Caro Bossi,
consegnare il deputato Alfonso Papa ai magistrati di Napoli sarebbe stato un errore strategico e un cedimento all’ingiustizia e il cambio di passo di ieri sera è benvenuto. Il soggetto non è raccomandabile, d’accordo. È stato molto incauto per il Popolo della libertà, alleato di governo della Lega, affidarsi a tipi come lui. I magistrati dovrebbero fare il loro mestiere e basta, e finché non saranno elettivi come negli Stati Uniti servirebbe una legge che li tenga lontani dalle meschine ambizioni di sottopotere, dal lobbismo e da altre pratiche di sottobosco. Tutti i magistrati, di destra e di sinistra, giustizieri e giustiziabili. Non è minimamente dignitoso quel che emerge a proposito dei traffici privati e parapolitici di questo ex pm allo sbando nel palazzo delle propalazioni, dei pettegolezzi, dei piccoli e miserabili favori personali. Ma è un atto politico fazioso la richiesta di custodia cautelare in carcere per un parlamentare, inoltrata sulla base di indizi generici, per reati generici riguardanti - figuriamoci! – violazioni del segreto investigativo, quelle violazioni che sono la pasta di cui è fatta da più di vent’anni molta prassi giudiziaria corrente. Purtroppo c’è materia per sputtanare il tipo, sebbene questo genere di linciaggio a mezzo stampa abbia un sapore gratuito e offensivo dello stato di diritto, ma rinchiuderlo in galera per iniziativa dei dottori Woodcock e soci sarebbe solo un simbolico atto di resa della Camera alla giustizia militante, cioè all’ingiustizia e alla cattiva politica.
Lei, onorevole Bossi, la politica la conosce bene, d’istinto. Lei sa che Berlusconi è indebolito come presidente del Consiglio, come leader e come cittadino privato, lei sa che la caccia all’uomo non conosce soste, che è condotta con mezzi impropri, ma sa pure che a oggi non esistono alternative a questo governo se non pasticci estranei alla logica democratica. Di fronte al piccolo lobbismo illegale imputato al parlamentare da mettere in galera si erge un gigantesco lobbismo semilegale dell’Italia parruccona che non accetta la legittimazione popolare della guida politica dello Stato, che si accanisce contro Berlusconi e sfrutta le sue debolezze per cattive ragioni, che mette sotto l’opposizione e la sua cultura istituzionale per bloccare il Paese uscito dalle elezioni politiche e un sistema in cui la decisione sia affidata al popolo, ai cittadini. La crociata è contro il premier, ma è anche contro di voi, gli intrusi, la detestata gens nova che fra penose contraddizioni ha tuttavia in testa qualcosa di diverso e di opposto alla dittatura della virtù, quel simulacro della virtù che è da sempre la maschera dei progetti di svuotamento della democrazia e di trasformazione dell’avversario in nemico da annientare.
La lezione politica di questi giorni è che nella classe dirigente eletta, nonostante tutto, si trovano le energie per fronteggiare la speculazione finanziaria con il voto-lampo sulla manovra. Il presidente della Repubblica certifica ogni giorno, irritato dagli strattonamenti del gruppo editoriale di Carlo De Benedetti, che non fa parte delle sue prerogative l’approntamento di un altro ribaltone, e manda all’aria i sogni di un governo malleabile, tecnico, capace di restaurare i poteri perduti di nomenclature voraci che da due decenni condizionano l’uso del diritto e contano su indagini e sentenze militanti ogniqualvolta perdono una campagna elettorale. La Lega nacque contro i partiti della vecchia Repubblica, ma è oggi l’ultimo vero partito. La vittoria del lobbismo antiberlusconiano si risolverebbe in un colossale danno per il Paese e nella trasformazione in un incubo dei vostri sogni federalisti e fiscali, di quell’idea molto discutibile e fortemente controversa, ma autentica e politicamente giustificata dal consenso del Nord, che coltivate a proposito dell’Italia.Da ogni parte ora vi blandiscono, vi illudono, dopo avervi dannati. Ogni giorno gli avversari più insidiosi eccitano la vostra base, contano sul vostro malumore, speculano sulle vostre divisioni. Ma al dunque, se non riuscite a dare un senso alla legislatura e a farvi giudicare dagli elettori e solo dagli elettori, il tribunale dei parrucconi ha già emesso anche per voi la sua condanna.
Il processo al deputato Papa è ordinaria amministrazione, sia pure nel disordine fazioso in cui è stata gettata l’amministrazione del sistema penale, e il nome di Henry John Woodcock è da questo punto di vista una garanzia.
Ma il suo arresto sarebbe un segnacolo in vessillo,l’autorizzazione a procedere allo smantellamento di quanto avete fin qui costruito, dunque un risultato strategico molto ambito dai vostri avversari storici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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