Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica
Da un lato «fonte» (del governo di Saint Lucia), dall’altro «ponte» (tra gli affari del gruppo Atlantis e la compravendita monegasca). Nel suo messaggio video, Gianfranco Fini ha citato il cognato, Giancarlo Tulliani, e il tesoriere «galantuomo» Francesco Pontone. Ma dei protagonisti off-shore dell’affaire immobiliare ha fatto un nome che ha un ruolo centrale in tutta la vicenda: quello di James Walfenzao.
Un accenno quasi casuale, riferito al rogito dell’11 luglio 2008, quando An vendette per appena 300mila euro la casa di boulevard Princesse Charlotte a Printemps. E Walfenzao, quel giorno, firmò proprio come rappresentante dell’acquirente.
Ma dalla diffusione della lettera del governo di Saint Lucia che individua in Tulliani il «beneficiario effettivo» di Timara, è emerso un nuovo sorprendente ruolo di Walfenzao, che di parti in questa lunga storia ne aveva già interpretate tante. La missiva, infatti, indica proprio in Walfenzao la «fonte» delle indagini preliminari. L’uomo al cui indirizzo monegasco Giancarlo Tulliani ha domiciliato le bollette della luce, dunque, è anche quello che, su pressione delle autorità della nazione insulare, ha indicato nel «cognato» di Fini il proprietario di fatto delle fiduciarie off-shore e, quindi, della casa nel Principato.
L’uomo citato da Fini è dunque quello a cui il dipartimento delle Finanze di Saint Lucia, guidato da Isaac Anthony, e su input del primo ministro Stephenson King, chiede lumi sulla vicenda. E Walfenzao risponde, «in relazione agli obblighi degli agenti registrati a Saint Lucia», in quanto rappresentante della Corpag Service Usa.
La lettera lo spiega esplicitamente: «I corrispondenti, tramite Walfenzao hanno risposto di aver fatto un’indagine sulla vicenda e ordinato una visita a Monaco al notaio Paul-Louis Aureglia (...) per determinare perché il prezzo di vendita fu così basso rispetto al prezzo di mercato dell’immobile all’epoca». E sono sempre i documenti forniti dai «corrispondenti» della Corpag, dunque da Walfenzao, che hanno reso possibile alle autorità di Saint Lucia accertare sia che Tulliani era il «beneficiario effettivo» della Timara, sia che il «cognato» si era avvalso dei servizi della Jason Sam di Montecarlo (la società di Tony Izelaar e Suzi Beach, gli altri consulenti finanziari protagonisti dell’affaire) e della Corpag Usa di Walfenzao.
Ma dai registri di Saint Lucia, Walfenzao risulta anche come «contact» della Corpag locale, quella che ha sede in Manoel street, 10, nello studio legale di Michael Gordon. Al cui indirizzo, tra l’altro, risultano le sedi legali di tutte le fiduciarie off-shore che si sono rimbalzate la proprietà della casa che An ereditò da Anna Maria Colleoni: Printemps, Timara, Janom Partners e Jaman Directors. Walfenzao è dunque «presente» a Saint Lucia, dove è tra i riferimenti della Corporate Agent Saint Lucia ltd. È presente negli Usa, come corrispondente della Corpag di Miami, al 999 di Brickell Avenue. Ma come è noto è anche a Montecarlo, dove abita con la moglie in avenue Princesse Grace, a un solo portone di distanza dalla sede della Jason Sam. Una quasi ubiquità anche più impressionante, considerando che Walfenzao controlla, per conto dell’imprenditore italiano di gioco autorizzato (in Italia) e casinò (ai Caraibi) Francesco Corallo, la Uk Atlantis Holding Plc, una delle società del gruppo.
Ed è qui che, incrociando la struttura societaria del gruppo Atlantis con quanto scritto nella lettera del governo di Saint Lucia, vien fuori un link piuttosto clamoroso proprio con l’affaire di Montecarlo.
Perché Walfenzao controlla la Uk Atlantis attraverso due società – la Corporate Management St. Lucia ltd e la Corporate Management Nominees, inc – che la missiva del ministro della Giustizia Francis cita come società che controllano Printemps e Timara, e che detengono le azioni della Jaman directors, una delle altre off-shore. E le due società legate ad Atlantis, secondo la lettera, «agivano su ordine» sia di Walfenzao che di Izelaar. Dunque, c’è un legame diretto tra la compravendita della casa di Montecarlo e il gruppo di Corallo. Vicino all’ex An, tanto che Amedeo Laboccetta, già parlamentare del partito di Fini (e ora nel Pdl) ed ex rappresentante per l’Italia della Atlantis World di Corallo, portò al ristorante del casinò Beach Plaza di Saint Marteen anche Gianfranco Fini, nel 2004, per una cena a cui partecipò anche Checchino Proietti, braccio destro del presidente della Camera. E uomo che, per la procura di Potenza che indagò sulla vicenda (la Corte dei Conti constatò un ammanco nelle casse dell’erario di oltre 31 miliardi di euro), si spese con i monopoli italiani per evitare che l’Atlantis perdesse la licenza per il gioco legale in Italia.
Solo coincidenze? Nel frattempo, proprio sull’entourage finanziario di Walfenzao, preannuncia novità clamorose l’editore de l’Avanti, Walter Lavitola, l’uomo etichettato da Bocchino come «faccendiere» e dal deputato finiano ritenuto l’ispiratore della divulgazione della lettera del ministro della giustizia di Santa Lucia. Lavitola, che ha respinto accuse e insinuazioni, ribadisce di essersi occupato solo marginalmente dell’affaire di Montecarlo perché impegnato su una connection di più largo respiro tra l’Italia e il Sudamerica. «Cercando riscontri per quest’altra storia d’interesse giornalistico – ha detto – sono incappato in un collega free lance che mi ha mostrato una mail che ritengo di massima importanza per questa vicenda. All’epoca non ci ho fatto troppo conto ma oggi, dopo quel che è successo, giornalisticamente sono molto interessato a recuperarla».
La mail, sempre secondo Lavitola, farebbe luce sul proprietario della società che acquistò da An l’appartamento monegasco. «La mail è stata passata a questo giornalista da una persona a cui era stata fatta un’intervista e che, per provare che quel che diceva era vero, gli aveva mostrato la lettera inviata via internet.
In questa mail il gestore di una società che stava a Montecarlo diceva all’agente concessionario delle società a Santa Lucia, che è un alto magistrato, che in Italia era in corso uno scontro molto duro tra Fini e Berlusconi basato sulla proprietà di un immobile di una delle due società, scriveva, «da me gestite». In merito a questo dettaglio, proseguiva la mail, si sarebbe fatto riferimento a Tulliani e alla decisione eventuale di rescindere l’incarico a seguito della «pubblicità negativa relativamente anche alla mia persona».
Se la mail esista davvero, se sia autentica e se l’autore della stessa corrisponda a Walfenzao (o a qualcuno del suo ristretto entourage) lo scopriremo presto.gianmarco.chiocci@ilgiornale.it - massimo.malpica@ilgiornale.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.