Una casa nuova o il 730, basta una telefonata

Una casa nuova o il 730, basta una telefonata

Medici che dialogano con i propri pazienti usando Whatsapp, avvocati che seguono le cause via Skype, commercialisti che compilano il 730 chattando su Facebook. Eccola la nuova frontiera delle consulenze. Offerte da remoto, spesso a prezzi scontati, grazie alle nuove tecnologie. In Italia negli ultimi anni questo fenomeno è cresciuto in modo esponenziale, e oggi sono davvero tanti i professionisti che, insieme all'attività tradizionale, sono impegnati in queste interazioni 4.0. Un modo per aumentare la propria clientela, ma anche per offrire un servizio innovativo e più veloce.

Per capire l'entità del fenomeno basta navigare su internet. La Rete pullula di offerte: dallo psicologo che promette di risolvere qualunque problema attraverso chat e webcam, all'esperto di web marketing che offre le proprie prestazioni via Skype. In alcuni casi si tratta di consulenze usa e getta, tendenzialmente a basso costo. Insomma, di profili professionali ai quali ci si affida senza alcuna forma di fidelizzazione, semplicemente per risolvere un problema nell'immediato. In altri casi, specialmente quando le consulenze sono mediate attraverso grandi portali creati ad hoc, si tratta di prestazioni di altissimo livello, in grado di raggiungere anche chi vive a mille chilometri dai professionisti che le offrono. «Siamo di fronte a un boom conferma Beatrice Manzoni, docente di Organizzazione e risorse umane allo Sda Bocconi -. Siamo online in media per due ore e mezza al giorno e anche il mondo delle consulenze professionali, come tanti altri settori, si sia spostando sulla Rete». Alla base di questo fenomeno ci sono le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, che permettono di raggiungere moltissimi utenti ampliando così il giro d'affari.

Rischio Groupon

Un'esigenza quantomai attuale negli anni della crisi economica, che hanno trasformato molti professionisti italiani in precari attanagliati dall'esigenza di arrivare alla fine del mese. «Prendiamo il caso degli architetti prosegue l'esperta -. Se guardiamo al fatturato medio pro capite parliamo di meno di 20mila euro l'anno. Così oggi molti professionisti svendono i loro servizi su piattaforme come Groupon: progetti preliminari offerti a poche decine di euro. È ragionevole pensare che le consulenze online possano essere viste come un modo per entrare in contatto con più clienti potenziali, compresi quelli che sarebbero troppo lontani da un punto di vista geografico. Il rischio però è che i clienti diano ancora meno valore a questi servizi online». Per questo le consulenze da remoto possono funzionare per un primo approccio, come un tramite per attrarre clienti a basso costo, purché successivamente il rapporto evolva in un'interazione vera.

«È scientificamente provato come la comunicazione sia più efficace tra persone che sono vicine, fisicamente e psicologicamente conferma Manzoni -. La prossimità fisica, ossia il fatto di incontrarsi di persona, aiuta a costruire una relazione proficua. Ancora di più aiuta però la vicinanza psicologica, ossia il fatto di riuscire a entrare in relazione con il cliente, creando le basi di un rapporto di fiducia». Un obiettivo più difficile se fra consulente e cliente c'è la barriera di uno schermo. Da quello del pc a quello dello smartphone. Eppure i vantaggi non mancano. Anche per chi queste consulenze online le richiede. I servizi da remoto sono mediamente più economici, veloci e flessibili. Inoltre permettono di raggiungere in pochi clic anche persone molto lontane.

Troppo local

Le consulenze oggi più richieste riguardano soprattutto architetti, fiscalisti, esperti di comunicazione, ingegneri, avvocati, commercialisti, psicologi e medici. Ma non mancano categorie diverse, dai sommelier agli esperti di dipendenze e agli assicuratori. I canali più utilizzati sono email e Whatsapp. Ma sono in aumento i professionisti alle prese con Skype, Facebook e LinkedIn. «Oggi i servizi sono cercati in Rete proprio come fossero prodotti da acquistare commenta Alessandro Capocchi, docente di Economia aziendale all'università di Milano-Bicocca -. In Italia abbiamo tantissime eccellenze ma spesso la loro competitività è frenata dall'eccessivo localismo che non consente di raggiungere molte realtà. Ecco perché oggi è fondamentale creare strumenti che facilitino l'accesso alle consulenze senza costringere i clienti a spostarsi per centinaia di chilometri».

La nuova frontiera del mercato non può però limitarsi a singoli professionisti impegnati sui canali social. La parola d'ordine è aggregazione. Ecco perché, anche in Italia, stanno nascendo portali che mettono insieme diverse realtà, offrendo agli utenti la possibilità di scegliere il servizio migliore in pochi istanti. Un po' come avviene per le merci vendute da giganti come Amazon o Zalando. «La creazione di un sito per ogni professionista non è sostenibile, perché viene oscurato da una concorrenza enorme prosegue -. L'unico modo per emergere in Rete è aderire a una piattaforma specifica. In questo modo la reputazione non viene garantita dal singolo, ma dal sito. Proprio come già avviene per il commercio online».

Italia fanalino di coda

Gli esperti sono convinti che, nei prossimi cinque-dieci anni, la realtà sarà proprio questa. «A breve nascerà un Amazon delle consulenze, e non è escluso che siano gli stessi giganti dell'e-commerce a lanciarsi in questa sfida conferma il docente -. Questo porterà inevitabilmente a una maggiore frammentazione dei servizi, che diventeranno sempre più specifici e tagliati sulle esigenze del cliente. Il cambiamento è già in atto. Oggi è frenato dalle corporazioni, dagli ordini professionali e da retaggi culturali. Ma la rivoluzione è inevitabile». Non è un caso che, a livello mondiale, esistano già esperienze di successo. Da Rocket Lawyer a LegalZoom. «Nel nostro Paese invece sta crescendo molto Iubenda, una piattaforma che permette di costruire società e startup innovative in modo più semplice e veloce - osserva Capocchi -. Non si tratta di consulenze low cost, ma di servizi altamente qualificati». Che rappresentano quindi la seconda faccia della medaglia. «Soprattutto all'estero queste realtà funzionano benissimo già da diversi anni. Soprattutto nei Paesi anglosassoni e in Francia prosegue -. L'Italia è ancora molto indietro anche se le cose stanno cambiando rapidamente». Il motivo è presto spiegato.

«I professionisti hanno la possibilità di scalare il business, cioè di replicare una prestazione per più clienti senza per questo rinunciare alla qualità conclude l'esperto -. Da parte loro gli utenti risparmiano molto tempo e denaro, perché per raggiungere l'eccellenza non sono costretti a prendere un aereo».

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