Al Corvetto ci sono case sfitte e occupate. Piazze che diventano terreno fertile per delinquere. Un quartiere enorme, all'estrema perfiera sud est della città, che tra cortili, cantine e gli anfratti tipici dei caseggiati popolari, presta facilmente il fianco a traffici e scambi. Enclave difficili da penetrare, dove chi non vuole farsi trovare ha gioco facile e chi, soprattutto i giovani, cova rabbia, non riuscendo a immaginare alcun futuro per sè, si perde nella vita da strada o approfitta di qualsiasi scusa per sfogare tutta la sua frustrazione.
La legalità non abita certo nel quadrilatero compreso tra via Polesine, il raccordo dell'Autostrada del Sole, a due passi dall'ex boschetto della droga di Rogoredo, via Fabio Massimo e via San Dionigi, dove si trovava il campo rom, dove venivano «seppelliti» i bottini dei furti quotidiani nel centro città, sgomberato nel luglio 2023.
Ecco, quindi, che il quartiere, oltre a essere in mano ai micro criminalità, allo spaccio, agli sbandati e ai vandali, si trova a fronteggiare la piaga dell'abusivismo e della criminalità. In un contesto di povertà assoluta. Un quartiere dimenticato dalla Milano scintillante e abbandonato a se stesso, nonostante il lavoro di tantissimi volontari e associazioni, che tirano avanti grazie alla forza di volontà e alla passione, ma non certo ai fondi pubblici. «Il Corvetto in sé che sia un quartiere delicato, ne siamo consapevoli ma ci stiamo lavorando attraverso tante associazioni - ammetteva il sindaco Beppe Sala all'indomani delle rivolte -. È un quartiere più difficile di altri. Certo che siamo preoccupati ma al contempo sappiamo che certe situazioni fanno parte anche della complessità del mondo che viviamo». A chi gli domandava se nel quartiere mancassero progetti di aggregazione, Sala ha risposto: «Non c'è dubbio. Questa è una nostra responsabilità perché pesa sui quartieri più problematici sono anche dove ci sono meno luoghi in cui accogliere e cercare di integrare e convincere queste seconde e terze generazioni che sono deluse da aspettative che avevano. Serve maggiore presenza nei quartieri».
Su 2.647 alloggi totali, infatti, sono 275 quelli occupati abusivamente. Chi ci abita? Un terzo (31%) sono stranieri, un altro terzo (28%) anziani (over 65). Ma il dato che preoccupa di più è il livello socio economico degli inquilini: più della maggioranza degli occupanti regolari è in Area di Protezione ovvero con un reddito Isee che arriva a 11.283 euro, un quinto tra gli 11.284 e i 17.554 euro e un 9% con un reddito tra i 17mila e i 35mila euro.
Per intensificare il controllo del territorio negli ultimi anni grazie ai finanziamenti regionali, sono state installate 80 telecamere per la videosorveglianza, quindi in tutti i civici dei caseggiati.
Da ottobre è stato avviato un nuovo servizio di sicurezza e vigilanza, che prevede la presenza di una Guardia Armata attiva 7 giorni su 7 nelle ore serali e notturne, che percorre dei percorsi prestabiliti nel quartiere con passaggi interni ai civici ispezionando i cortili e gli spazi comuni.
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