Il caso assurdo di pazzia democratica

Dal terrorismo mediatico in atto sem­brerebbe che alcuni pazzi cattivi, natu­ralmente di destra, starebbero riapren­do i manicomi-lager in Italia per depor­tare e torturare i pazzi buoni

Il caso assurdo di pazzia democratica

La demagogia nuoce ovunque, ma fa più male quando è sulla pelle dei malati. C’è un’ennesima mobilita­zione der valoroso collettivo de sini­stra in difesa della legge 180, dogma in­toccabile nonostante 35 anni di trage­die.

Dal terrorismo mediatico in atto sem­brerebbe che alcuni pazzi cattivi, natu­ralmente di destra, starebbero riapren­do i manicomi-lager in Italia per depor­tare e torturare i pazzi buoni. Ho letto il testo della legge approvata in commis­sione con i voti del centrodestra e non c’è traccia di riapertura dei manicomi; c’è invece la ragionevole esigenza di cu­rare e tutelare i malati di mente e non la­sciarli allo sbando come fece la legge di Basaglia, con la sua generosa ma nociva utopia, perno ideologico di Psichiatria Democratica. Follìa è credere che un de­mente grave sia in grado di decidere da solo. L’autore della nuova legge è uno psichiatra (di destra), Carlo Ciccioli, di Ancona; la legge è sostenuta da autore­voli psichiatri e dalle associazioni di fa­miliari, e da oggi riprende l’iter parla­mentare per farsi legge.

Mi occupai più volte sin da ragazzo del tema perché al mio paese c’era un grande manicomio e denunciai i drammi sorti dalla chiusura al buio dei manicomi, con dementi e famiglie in balia di se stessi.

Per superare i ma­nicomi senza abbandonare i malati, don Pasquale Uva, fondatore di ospe­dali psichiatrici a sud, progettò 60 an­ni fa i villaggi postmanicomiali. Pro­getto precoce per il suo tempo e tardi­vo per lui. È tempo di ripensarci, anzi­ché fermarsi all’intoccabile dogma di Pazzia Democratica.

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