(...) di una funzione didattica senza tempo: quando mamma e papà non hanno il tempo, la voglia e loccasione di spiegare ai pargoli i rudimenti della convivenza civile, è bene che la scuola, per tempo, ponga rimedio ai danni del non detto. Leducazione civica non è uno sporco lavoro, ma è egualmente necessario che qualcuno lo faccia. Siamo nel Terzo Millennio, ci abboffiamo di diritti e facoltà, ma forse servirebbero maestrini e maestrine con la penna rossa, disposti a trasferire nellera dellalta tecnologia il cuore della retorica civica di De Amicis.
La proposta di De Corato è ispirata al buon senso e al rispetto di una tradizione civile che viene da lontano, proprio per questo temiamo che venga contrastata o ignorata, passata sotto silenzio.
Del resto, il vicesindaco propone una strategia sensata senza, però, sapere con quali mezzi potrebbe essere realizzata. Dietro i vandali di oggi, giovani e meno giovani, ci sono i cattivi maestri di ieri, insegnanti che praticavano il «vietato vietare», pedagoghi disposti a riconoscere larghissimi diritti senza far parola di alcun dovere. Gli alunni di quei docenti sono diventati a loro volta insegnanti, tutto si tiene.
Siamo certi che nel mondo della scuola ci sono anche energie, capacità e volontà tese a rappresentare una visione armonica della convivenza civile, sottolineando diritti e doveri. La reintroduzione, fra i programmi, delleducazione civica è certamente indispensabile, ma il vandalismo viene da lontano e non è pensabile di contrastarlo in tempi brevi.
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