In cella a Dropcity, viaggio tra le carceri di tutto il mondo

"Prison times" analizza arredi e stanze per riflettere sulla detenzione oggi

In cella a Dropcity, viaggio tra le carceri di tutto il mondo
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«Prison Times - Spatial Dynamics of Penal Environments» è una mostra (fino al 31 maggio, dalle 11 alle 19), un catalogo e un calendario di incontri, che punta ad analizzare e a riflettere sullo stato contemporaneo della detenzione, ricostruendo gli ambienti penitenziari in Italia e nel mondo. Dalla domanda «Qual è la giornata tipo di un detenuto?» da Dropcity, il centro per l'architettura e il design ideato e creato dallo studio Caputo nei 10mila metri quadrati dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale, è nata una ricerca (curata da Andrea Caputo con la direzione creativa di Giada Zuan) che rivela la prigione come uno spazio scandito da tempi propri.

La mostra si snoda per 1.500 metri quadri per cinque tunnel (42-140) in ambienti ritmati dai diversi momenti della giornata: «Entering Time» (tempo dell'ingresso), «Eating Time» (pasti), «Monitoring Time» (osservazione), «Cleaning Time» (igiene personale) e «Sleeping Time» (sonno). Il tempo è la metrica fondamentale dell'incarcerazione e un elemento chiave nelle sentenze penali in tutto il mondo. Eppure il tempo rimane soggettivo acquisendo significati diversi a seconda degli individui e delle pratiche istituzionali. Spesso la punizione si manifesta come tempo sospeso e forse è per questo che, nei corridoi delle prigioni, gli orologi non mostrano mai la stessa ora: manipolare la percezione del tempo è una delle strategie per mantenere la disciplina.

Per altri versi, i mobili dei vari ambienti - sono stati invitati i produttori di arredi carcerari del mondo - messi in mostra come pezzi unici sembrano avulsi dal tempo, diventando quasi oggetti a sè, ma profondamente intrisi della cultura, delle sensibilità e delle legislazioni dei Paesi. Si capisce così come un oggetto sia la sintesi di una serie di requisiti tecnici, di sicurezza e legali da rispettare. Un esempio? Le sedute inglesi e americane sono diverse, riflettendo le sensibilità delle due nazioni: se, infatti, la legislazione carceraria inglese impedisce di legare i detenuti, le sedute hanno il baricentro spostato in modo da rendere più complicato per i detenuti alzarsi. Diversa la panca americana con due anelli integrati per poter fissare le catene ai piedi. Così i tavoli sono inchiodati a terra, possibilmente senza bulloni o elementi che si possano staccare e senza profili che permettano di nascondere degli oggetti. I coperchi degli armadi sono inclinati per lo stesso motivo, mentre i coloratissimi vassoi delle mense hanno gli angoli smussati e sono realizzati con materiali che non si possono spezzare per evitare che chiunque si possa ferire o fare male agli altri.

Da qui nasce il catalogo, che presenta gli arredi con le loro specifiche tecniche.

«Reform Trust: Ideas on Penal Environments», a cura di Federica Verona e Valeria Verdolini, è il ciclo di incontri parallelo: ogni sessione analizza la funzione esistenziale delle prigioni, affrontando tematiche legali, politiche, amministrative e sociali (instagram dropcity_org).

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