Centro dedicato a Ramy, Sala apre ma è polemica

Verri (Lega): "Scappava dai carabinieri". Fi: "Azzardato, il processo è ancora in corso"

Centro dedicato a Ramy, Sala apre ma è polemica
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Uno centro di ascolto per i giovani al Corvetto, dedicato alla memoria di Ramy Elgaml, il 19enne morto cadendo dallo scooter al termine di un inseguimento da parte dei carabinieri. Lo hanno proposto nei giorni scorsi il papà Yehia e il presidente della Comunità egiziana di Milano Aly Harhash. «Un memoriale a Ramy che sia spazio per i giovani, i ragazzi vogliono essere avvicinati da qualcuno per raccontare i loro problemi» ha spiegato Harhash. «Lo abbiamo proposto, speriamo si possa concretizzare» aveva già commentato il papà Yehia in una recente intervista al Giorno. Il sindaco Beppe Sala, a cui è rivolta la richiesta, ieri ha risposto che «potrebbe avere senso. Sicuramente la famiglia di Ramy ha avuto un ruolo molto, molto positivo in questa tristissima vicenda. Penso di andare al Corvetto nelle prossime settimane».

Un'apertura che fa discutere. Ramy e l'amico Fares Bouzidi, alla guida dello scooter, quella notte non si erano fermati all'alt dei Cc. Ne scaturì il lungo inseguimento e poi l'incidenti che ha provocato la morte del giovane di origini tunisine. Il capogruppo della Lega Alessandro Verri premette che «fa specie che il sindaco ragioni sull'apertura di un centro giovani solo dopo la morte di un ragazzo, da anni lamentiamo che ci sono servizi in quel quartiere, i disagi e la guerriglia urbana sfociata la notte dopo la morte di Ramy sono anche frutto di questo disagio che non viene intercettato». Nel merito però, «premesso che la morte di un giovane è tragica», intitolare un centro comunale «a una persona che stava scappando dai carabinieri crea delle perplessità. Ramy e il suo amico erano consapevoli del rischio che correvano, non si sono fermati all'alt e hanno continuato a fuggire anche mentre l'auto dei Cc li inseguiva a sirene spiegate». Non sarebbe un modello per i giovani, insomma.

Il consigliere di Forza Italia Alessandro De Chirico concorda che «la famiglia sicuramente si è comportata egregiamente, cercando di non aizzare la rivolta. Tuttavia, mi sembra azzardato dedicare un luogo di Milano a un ragazzo con delle indagini ancora in corso. Ricordiamo che se il suo amico si fosse fermato all'alt lui avrebbe preso una multa per il casco slacciato, ma sicuramente non avrebbe perso la vita».

Aggiunge che Sala «dovrebbe tenere bene a mente la regola dei 10 anni dalla morte di qualcuno per intitolargli uno spazio. O vale solo per Silvio Berlusconi? A lui, tra le altre cose, avevamo proposto d'intitolare il parco allo Scalo Farini».

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