La
Russia ha vietato le importazioni di verdure fresche provenienti da tutti i Paesi
dell’Unione europea a seguito dell’epidemia del batterio E.coli. Bruxelles ha giudicato la misura "sproporzionata" e ha fatto sapere che chiederà spiegazioni a Mosca. "Questa misura impopolare" sarà attuata fino a quando le autorità
europee non si decideranno a informare Mosca sulla causa dell'epidemia,
ha spiegato Gennady Onishchenko, capo dell'agenzia per la tutela dei
diritti dei consumatori. "Quante altre vite di cittadini europei devono
essere perdute prima che le autorità europee si decidano ad affrontare
il problema?" ha aggiunto Onishchenko, parlando con l'agenzia stampa di
Stato Ria Novosti.
Ue: decisione sproporzionata Ma la scelta della Russia non convince l'Ue. "Il divieto per paura di un
contagio dovuto al batterio killer è sproporzionato", ha commentato Frederic Vincent,
portavoce del commissario alla Salute dell'Unione europea, John Dalli. La Commissione
europea, ha aggiunto Vincent, scriverà all'agenzia russa per la tutela dei diritti dei
consumatori per chiedere spiegazioni sulla misura. Inoltre, esponenti del blocco dei 27
organizzeranno incontri con le autorità russe nei prossimi giorni. Circa il 30-40% di frutta e
verdura consumata in Russia proviene dall'Unione europea.
Sono infatti stati tutti negativi i test effettuati sui cetrioli
spagnoli inizialmente additati dalle autorità tedesche come possibile fonte del contagio
della violenta forma di e.coli che ha già mietuto una decina di vittime accertate tra
Germania e Svezia. I risultati definitivi delle analisi arrivati a Bruxelles ieri sera sia dalla
Germania che dalla Spagna hanno confermato che nelle verdure spagnole non c’è traccia
del ceppo O104 dell’e.coli, che provoca la diarrea emorragica che può avere esiti mortali.
Resta, però, tuttora non identificata la fonte dell’epidemia di e.coli. Dalli ha quindi
rinnovato l’invito agli stati membri e in particolare alla Germania a intensificare gli sforzi
per trovare l’origine del contagio.
Bilancio di 18 vittime Intanto con una donna di 81 anni morta ad Amburgo è salito a 17 il numero totale delle vittime. Lo riferisce il governo tedesco. Sette casi di contaminazione da batterio killer e.Coli in Gran Bretagna. Tutti questi casi avevano un legame con la Germania. Lo ha annunciato l’agenzia nazionale inglese della protezione della sanità. Tre delle persone infette sono inglesi che hanno viaggiato in Germania di recente e quattro tedeschi. L’epidemia finora ha fatto 17 vittime in europa e centinaia di casi, soprattutto in Germania.
L'Oms: batterio tossico L’Organizzazione mondiale della Sanità afferma che la variante di E.Coli trovata nei pazienti tedeschi contagiati "non è stata mai vista prima in un focolaio di infezione". Esperti cinesi che hanno analizzato i geni del ceppo di Escherichia Coli tedesco affermano che il gruppo "è nuovo e altamente tossico". Nel Paese i contagiati sono stimati in più di 2mila, a cui si devono aggiungere 490 casi tra Svezia (dove c’è stata l’unica altra vittima), Gran Bretagna, Olanda, Danimarca e Spagna. Nelle ultime ore è stato accertato un caso in Repubblica Ceca e si stanno facendo accertamenti su altri nove pazienti sospetti. Tutti i contagiati erano rientrati da viaggi in Germania. Nella sola Amburgo ci sono stati finora tre morti mentre sono ricoverate in ospedale 102 persone, tra cui 27 bambini e cinque donne incinte.
Coldiretti: allarme ingiustificato "L’allarmismo ingiustificato creato attorno ai cetrioli sta provocando una psicosi nei consumi diffusa anche nel nostro territorio". Lo dichiara in una nota il direttore della Coldiretti di Latina, Saverio Viola. "Anche dagli abituali mercati di Campagna Amica, che si svolgono in provincia di Latina, oltre che nel capoluogo, così come dal mercato ortofrutticolo di Fondi, arrivano, purtroppo, segnalazioni preoccupanti - prosegue Viola - e purtroppo le perdite stimate raggiungono centinaia di migliaia di euro in neppure una settimana". "Occorre fare immediata chiarezza sull’evoluzione dell’ epidemia per superare una psicosi che rischia di essere devastante per la salute e per l’economia", sottolinea il presidente provinciale di Coldiretti Daniela Santori.
La Spagna chiede risarcimenti Il premier spagnolo Josè Luis Zapatero ha criticato oggi la Germania e la Commissione europea per la loro gestione della crisi del batterio killer, annunciando che Madrid chiederà "riparazioni sufficienti". In una intervista alla radio pubblica Rne, Zapatero ha parlato di un "errore clamoroso" da parte delle autorità tedesche, che la settimana scorsa hanno accusato in maniera infondata i cetrioli spagnoli di essere all’origine della contaminazione, e ha detto che il governo spagnolo chiederà "spiegazioni".
Il premier di Madrid, la cui gestione della crisi è stata a sua volta criticata dal leader dell’opposizione Mariano Rajoy, ha detto anche che la Commissione europea è stata "lenta", e che Bruxelles avrebbe dovuto reagire con "più determinazione e rapidità" quando le autorità di Amburgo in fin dei conti hanno escluso che l’infezione fosse veicolata dai cetrioli andalusi. Il commissario alla salute Dalli ha però già annunciato ieri che, insieme con il collega responsabile per l’agricoltura Dacian Ciolos, sta lavorando a misure Ue per indennizzare i produttori del settore spagnolo.
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