"Chapeau! Quest’idea l’hanno avuta i centri sociali? Complimenti, mi chiedo come mai non sia partita dalla nostra amministrazione". Philippe Daverio, professore a Palermo e al Politecnico di Milano, parla da urbanista: "Incontrarsi in una piazza, socializzare e divertirsi è un fatto assolutamente normale. Come indossare uno smoking alla prima della Scala".
E piazza Duomo dopo le otto di sera è un mortorio
"Sì, a Milano questa liturgia del ritrovarsi in piazza non ha mai attecchito, per errori urbanistici. Altrove è naturale penso a Parigi, Berlino, Londra, Shangai ma anche a Roma o a Verona".
Da noi però ci sono gli happy hour
"È il bisogno di aggregazione che da qualche parte salta fuori. L’80 per cento di chi va agli aperitivi milanesi non vive vicino a posti di ritrovo, magari arriva dall’hinterland. Così si concentra un gran numero di persone negli stessi baretti, come all’arco della Pace. Il risultato qual è? Che i residenti sono esasperati dal chiasso sotto le loro finestre. Ma bisogna avere il coraggio di cambiare le cose"
Come?
"La città deve ridare al suo centro la vita che aveva una volta. Oggi il cuore di Milano assomiglia alla sfilza di botteghe della Fiera campionaria, con la mestizia che circonda le botteghe all’ora della chiusura. Siamo un cimitero paludato, per questo non abbiamo turisti e poi stiamo creando un ghetto..."
Ossia
"Se il centro non è vitale, non è presidiato, si forma un sottoborgo che viene occupato dalla parte più fragile della popolazione immigrata. Il dibattito urbanistico dovrebbe infiammare i politici. Ci sono quartieri appena nati in città che ripresentano gli stessi errori, palazzi e palazzi, stile Bucarest.
Dopo le feste in strada restano le bottiglie di vetro...
"Con tutte le tasse che verso mi aspetto che qualcuno le raccolga e se i cocci per terra sono il prezzo da pagare per evitare che Milano diventi un sepolcro, paghiamolo".
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