Che peccato: Pep Guardiola si è fatto incastrare da Josè Mourinho

Il calcio del Barcellona, spettacolare e geometrico, hanno spinto molti di noi a schierarsi dalla parte del tecnico catalano. Che, alla prima difficoltà, ha invece reagito consentendo al portoghese del Real Madrid di giocare in contropiede, il suo schema preferito

Eravamo quasi tutti dalla parte di Pep Guardiola. Il giovanotto catalano ci è simpatico non solo perchè ha frequentato il calcio italiano, con una puntata a Brescia. Ci è simpatico anche perchè nella notte del primo trionfo continentale, a Roma, contro il Manchester ha dedicato il successo a Paolo Maldini, appena uscito di scena e nei giorni precedenti aveva inviato sms a Sacchi e Mazzone. Pep Guardiola ci ha stregati con il suo calcio moderno e geometrico, capace di esaltare lo spettacolo senza perdere di vista il risultato. Non ha avuto bisogno di fisicità per superare le grandi prove. Persino Ibrahimovic è risultato allergico a quel tipo di calcio.
Fino a quando il Barcellona ha dominato la scena e umiliato il Real di Mourinho, Guardiola è riuscito a comunicare in modo imperiale. Neppure una sbavatura, neanche una parola fuori posto: al massimo qualche espressione garbata. Invece dopo la sconfitta in coppa del Re, la scena è cambiata in modo incredibile. Ed è successo che Guardiola ha tirato in ballo gli arbitri, come usava fare dall'alòatra parte il portoghese. Non solo ma l'ha fatto ricordando che l'anno scorso era riuscito a liberarsi del Barcellona, guidando l'Inter, grazie all'arbitro portoghese. Una coincidenza, d'accordo ma che da qualche parte aveva destato anche qualche sospetto.
Mourinho così ha avuto gioco facile. E nel partire in contropiede ha segnalato la contraddizione di Guardiola e di quanti si comportano come lui, cerimonioso con gli arbitri solo quando va tutto a gonfie vele.

Per dargli un'altra stoccata, Josè, a dimostrazione che prepara le conferenza-stampa quasi come le partite, ha citato una frase di Albert Einstein che potrebbe essere scolpita in qualsiasi stadio di calcio. Eccola: «C'è una forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: è la volontà». La volontà del real di abbattere il tabù del Barcellona.

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