«Ci ridarà la mentalità vincente» Bergamasco garante del nuovo ct

L’azzurro lo ha avuto come allenatore: «Una figura forte, come serve a noi»

da Roma

Arriverà in Italia a novembre, forse avrà una, al massimo due occasioni per incontrare la squadra. Il calendario non permette di più. Dopo un inglese, sei francesi, due all black e due gallesi, il rugby azzurro punta ora verso il Sud Africa. Finita l’era Berbizier e lasciate alle spalle le amarezze per una straordinaria occasione perduta con la sconfitta per 18 a 16 contro la Scozia, l’Italia ricomincia con l’ex allenatore degli Springboks, Nick Mallett. Due vittorie nel Tri-Series ma anche una striscia vincente di ben 17 partite consecutive. Vincente anche a livello di club. Due scudetti con lo Stade Francais, quando al Jean Bouin giocava uno come Diego Dominguez e muoveva i primi passi all’estero uno come Mauro Bergamasco. Contatti li ha avuti anche con la federazione gallese, bloccandoli sul nascere. «Mi dispiace, ma sono in parola con l’Italia», avrebbe detto agli officials dei Dragoni. Inglese, cresciuto in Rhodesia, ma divenuto anche bandiera del rugby sudafricano, caricandosi sulle spalle l’eredità della squadra che aveva vinto il mondiale del 1995. Due presenze con la squadra verde oro. Il debutto nell’84 contro i Jaguars, il meglio del rugby del Sud America. Due anni anche in Italia, a Rovigo, dove tuttora ha lasciato un ottimo ricordo. La stretta di mano per un contratto almeno di due anni è stata telematica. Un fitto scambio di e-mail con il presidente Dondi, poi una telefonata e l’augurio che Nick «possa avere maggior fortuna rispetto a Berbizier. Abbiamo puntato subito su Mallett - spiega Dondi -. All’inizio lui non poteva e ci siamo spostati su Saint-André. Con il francese siamo stati davvero molto vicini a chiudere ma il giorno prima della firma lui ci ha ripensato. Di lì il ritorno definitivo su Mallett. Credo sia il meglio che in questo momento ci sia in giro», dice ancora Dondi, che a Mallett chiede di occupare oltre al ruolo di commissario tecnico anche quello di responsabile tecnico di tutte le squadre nazionali. Chi lo conosce è Mauro Bergamasco, con lui allo Stade. «Per come l’ho conosciuto, Mallett è sempre stato un uomo che fa del carisma la sua arma. Sa imporsi nel gruppo. Ed è quello che ci vuole per una squadra come la nostra, che ha ancora bisogno di figure forti. Berbizier ci ha dato tanto. Ora occorre qualcuno che riprenda il lavoro svolto e ci aggiunga del suo». Mallett ritroverà gli azzurri per un raduno una settimana prima del debutto nel Sei Nazioni 2008. Ora è in Francia per seguire la fase finale del mondiale.
Bergamasco pensa invece già al Sei Nazioni. «Sarà un torneo difficile. Dovremo dimostrare alla gente che siamo l’Italia delle vittorie di Murrayfield e contro il Galles, e non quelli della Coppa del Mondo.

Lo affrontiamo con un ct che non ci conosce ma che dovrà utilizzare le facce del Mondiale. Con lui dovremo ricostruire una mentalità vincente. Non basta credere di essere i più forti, va dimostrato sul campo. Non vedo l’ora».

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