Ci vorranno 8 anni per 120 km

Alemanno e Antoniozzi presentano l’opera che costerà 5.710 milioni

Si chiamerà «Nuova infrastruttura anulare» (Nia) ma potrebbe anche leggersi «secondo Gra». Perché sarà più esterno rispetto al Raccordo anulare che cinge Roma, sarà lungo 120 chilometri (48 all’aperto, 36 di gallerie e 36 di viadotti) e con un idiametro di circa 40 chilometri, avrà 20 svincoli e 7 interconnessioni al sistema autostradale già esistente e costerà 5.710 milioni di euro. Una cifra considerevole ma che verrebbe finanziata in larga parte con l’aumento del pedaggio sulle direttrici autostradali in entrata e in uscita da Roma («nessun pedaggio sul Gra», precisa Alemanno). E ancora, con l’apertura agli investimenti privati che assumendo la realizzazione e gestione dell’opera limiterebbero l’intervento pubblico.
La Nia era già compresa nel Patto per Roma firmato a Corviale con Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, ma ieri Gianni Alemanno e Alfredo Antoniozzi, i due candidati del Pdl per Comune e Provincia, ne hanno illustrato i dettagli alla stampa. «Oggi il Gra funziona in regime di punta per otto ore al giorno - ha spiegato Antoniozzi -. Secondo gli studi compiuti sulle simulazioni di transito la nuova struttura porterebbe nel 2010 a una diminuzione del traffico dell’attuale Raccordo (stimato in circa 133mila veicoli giornalieri, ndr) pari al 36 per cento». Una riduzione che sarebbe di vitale importanza per la mobilità capitolina, specie considerando gli ultimi anni e l’espansione urbana della Capitale verso i comuni della cintura esterna, e l’insediamento di poli di terziario direzionale e commerciale lungo il Gra. Un doppio fenomeno che ha accentuato il pendolarismo casa-lavoro e i flussi di passeggeri e merci, provocando il collasso dell’attuale anello. Per realizzare il nuovo occorrerebbero tre anni di progettazione e cinque di lavoro ma, ha continuato Antoniozzi, «non è escluso che nei tratti più urgenti come quello sud-est si possa immaginare una realizzazione più veloce».
«Si tratta di un progetto - ha aggiunto il senatore azzurro Angelo Maria Cicolani - che è ancora a livello di studio preliminare di fattibilità ma è stato già approvato dall’Anas nel 2004 all’interno del Piano decennale e del cosiddetto Corridoio 1 Berlino-Palermo. I collegamenti con la rete ferroviaria e i parcheggi di scambio consentirebbero inoltre uno sviluppo in una logica intermodale tale da valorizzare l’intera area metropolitana romana». Un’ipotesi affascinante secondo il vicepresidente del Consiglio comunale Vincenzo Piso, «perché consentirebbe di colmare il vuoto oggi lasciato a ovest dalla grande incompiuta Civitavecchia-Roma-Latina». Il famoso Corridoio tirrenico ancora bloccato in Consiglio regionale.
«Oltre a completare la cura del ferro promessa da Rutelli 15 anni fa - ha concluso Alemanno - attueremo una cura su gomma che ha ancora un’incidenza preponderante sulla mobilità.

Con la Nia risolveremo il problema del collegamento tra Roma e la Provincia, liberando i pendolari dalle tre ore giornaliere che ogni giorno trascorrono in macchina. E ogni ora in più che si trascorre in auto significa un’ora in più di polveri sottili immesse nell’atmosfera: una realtà che l’ambientalismo ideologico del centrosinistra sembra non voler vedere».

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