“I Mercenari 4”: un film così imbarazzante da diventare divertente

Il punto più basso della saga, un agglomerato di cliché e piccoli nonsense. Ma la presenza di star che si ridicolizzano in maniera consapevole strappa più di un sorriso

“I Mercenari 4”: un film così imbarazzante da diventare divertente
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I Mercenari 4 è al cinema, a quasi dieci anni dall’avventura precedente. Alla regia c’è stavolta l'ex stuntman Scott Waugh, mentre in scena fa gli onori di casa, come sempre, il caro e vecchio Sylvester Stallone.

Diciamo subito che la mancanza di buon senso con cui il film è stato scritto e girato è lampante: “I Mercenari 4” è il trionfo bislacco e senza indugi di esagerazioni e superficialità.

Il cast resta imponente, tra veterani come Jason Statham e Dolph Lundgren e nuove aggiunte, come Andy Garcia e Megan Fox. Una strana combriccola, visto che i loro personaggi sono votati ad azioni illogiche e frasi telefonate. Tra scontri armati e cameratismo da bar, al centro della scena ci sarà soprattutto Jason Statham.

Della trama sarà bene rivelare il meno possibile, essendo già molto scontata. Si sappia soltanto che la squadra sarà l’ultimo baluardo atto ad evitare una terza guerra mondiale, che rischia di scatenarsi a causa di una bomba nucleare che, in mano a un’organizzazione terroristica, potrebbe accendere vecchi asti tra Stati Uniti e Russia.

“I Mercenari 4” è poco più di un’infinita sequela di raffiche di proiettili, coltellate ed esplosioni, le quali sono a poco a poco percepite come una litania e quindi possono provocare paradossalmente sonnolenza o almeno diversi cali d’attenzione.

Il parossismo cinetico, la violenza truculenta e i dialoghi basici concorrono a rendere “I Mercenari 4” il film più debole della serie. Eppure, tra machismo caricaturale e la vista di una Megan Fox tanto stupenda quanto (in quel contesto) macchiettistica, l’intrattenimento va a suo modo a segno. Riguardo alla Fox, va specificato che il suo è un ruolo finto-femminista, in realtà l’attrice viene sessualizzata non meno di quanto denunciò ai tempi di “Transformer”; qui poi è più un fumetto che un’eroina, visto che trucco, piega e manicure sono impeccabili sempre e ovunque anche nella situazione più estrema e disagevole.

In questo capitolo Stallone cede il passo, il suo personaggio si concede qualche tenera spacconata ma fa sempre più spesso ironia su vecchiaia e fine vita. Del resto per garantire nuovi sequel (botteghino permettendo) bisogna pur passare il testimone a un certo punto.

“I Mercenari 4” è irricevibile visto secondo i parametri della critica, ma tutto sommato salvabile per un pubblico in vena di distrazione. Può essere piacevole gustarsi star del cinema che, per autoironia o per denaro, si prendono la briga di interpretare guasconi con un surplus di testosterone.

Insomma, gli spettatori usciranno dalla sala con la consapevolezza di cosa significhi cinematograficamente “raschiare il fondo del barile”, ma avranno anche trascorso un po’ di tempo con i neuroni a riposo, con sussulti per l’inatteso splatter e qualche sorriso.

Unica pecca davvero ingiustificabile è la totale

approssimazione a livello di computer grafica. La saga nasce come omaggio a certi action Anni 80-90, è vero, ma l'estetica da videogioco è talmente smaccata da disturbare la sospensione dell’incredulità.

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