
In un mondo dove tutto diventa digitale – a volte anche troppo – arriva una decisione che farà tirare un sospiro di sollievo a milioni di automobilisti: il Cai (ex Cid) resterà anche in versione cartacea. Lo ha deciso l’Ivass, l’autorità che vigila sulle assicurazioni.
L’Ivass frena: “Digitale? Sì, ma solo se vuoi”
La proposta era nell’aria: sostituire la constatazione amichevole con un’app da usare sullo smartphone. Ma la risposta è stata un secco no.
«Promuoviamo la digitalizzazione – spiegano dall’Ivass – ma l’utilizzo del modulo cartaceo resta come fino ad oggi». Insomma, nessuno sarà obbligato a usare il digitale per segnalare un sinistro.
E c’è di più: «La modalità informatica non sostituisce quella cartacea ma è solo un’alternativa. L’utente potrà scegliere se compilare il Cai a mano, stamparlo in PDF o usare un’app o webapp messa a disposizione dalle compagnie».
Perché il cartaceo vince (ancora)
A difendere il modulo Cid in formato fisico sono state le associazioni dei consumatori, preoccupate per diversi motivi:
- Privacy a rischio con i moduli digitali
- Anziani e meno tecnologici in difficoltà
- App diverse per ogni assicurazione, con poca portabilità
Assoutenti ha ricordato che l’80% degli incidenti viene ancora gestito con il buon vecchio Cai cartaceo. E i numeri parlano chiaro: su 1,8 milioni di sinistri all’anno, la carta resta la regina.
“Scelta saggia”, dicono i periti
A festeggiare c’è anche Aiped, l’associazione dei periti assicurativi. «Siamo soddisfatti – dice il presidente Luigi Mercurio – L’eliminazione del modulo cartaceo avrebbe creato confusione e problemi agli utenti». Anche loro avevano espresso forti dubbi sulla digitalizzazione totale.
Carta batte App
La tecnologia può aiutare, ma
non deve diventare un obbligo.E così il modulo Cai resta anche su carta, per la gioia di chi preferisce una penna a un touch screen.
Una scelta che mette tutti d’accordo, almeno per ora.
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